Si apre oggi al TPF di Bellinzona il processo nei confronti di un commerciante svizzero di pietre preziose.
L'uomo è accusato di avere riciclato parte del denaro proveniente da una truffa fiscale da oltre 30 milioni di franchi.
BELLINZONA - Inizia oggi, al Tribunale penale federale di Bellinzona, il processo nei confronti di un commerciante svizzero di metalli e pietre preziose. L'uomo è in particolare accusato di aver acquistato - fra il 21 maggio 2015 e l'8 settembre dello stesso anno - diamanti del valore di circa 750mila dollari (ca. 650mila franchi) per conto di criminali italiani, in modo da permettere loro di riciclare parte del denaro proveniente da una truffa fiscale da oltre 35 milioni di dollari (ca. 31,5 mio. di franchi).
Secondo l'accusa, l'uomo era infatti a conoscenza (o perlomeno avrebbe dovuto sapere) che il denaro utilizzato fosse collegato alla criminalità organizzata italiana. Anche perché al momento dell'acquisto delle pietre preziose, i suoi tre presunti complici erano già stati condannati al carcere per frode fiscale.
I reati contestati all'uomo sono quelli di riciclaggio di denaro (art. 305bis n. 1 CP), carente diligenza in operazioni finanziarie e diritto di comunicazione (art. 305ter CP) ed esercizio di un’attività senza autorizzazione, riconoscimento, abilitazione o registrazione (art. 44 LFINMA in combinato disposto con l’art. 14 LRD). Rischia fino a tre anni di carcere se si dovesse appurare che ha effettivamente riciclato il denaro, fino a un anno se invece la sua dovesse rivelarsi unicamente negligenza. La difesa, tuttavia, si batterà per l'assoluzione.