Le due sezioni luganesi hanno inviato un'istanza d'intervento alla Sezione degli Enti locali.
LUGANO - Non accennano a placarsi le polemiche attorno alla decisione del Municipio di Lugano di procedere alla demolizione dell'ex Macello. Le sezioni locali di PS e PC - con in testa Raoul Ghisletta - hanno infatti deciso di chiamare in causa la Sezione cantonale degli enti locali per accertare «le verosimili illegalità» avvenute nei giorni precedenti e successivi a quella ormai fatidica notte del 29 maggio.
Demolizione consentita? - Nello specifico PS e PC chiedono lumi sulla «richiesta di attivarsi per la demolizione dell’ex Macello da parte della polizia di Lugano» e se questa fosse «precedente a una decisione municipale». Decisione che poi, come anticipato da diversi media, non sarebbe stata unanime. Ma presa solamente da cinque membri dell'esecutivo su sette.
Cinque su sette sono sufficienti? - Per questo PS e PC domandano alla sezione degli Enti locali di accertare «se questa decisione d’urgenza», fatta coinvolgendo cinque municipali su sette, «rispetti o meno la Legge organica comunale» e in particolar modo il principio basilare secondo cui «il Municipio esplica funzioni esecutive, dirigendo collegialmente gli affari comunali in base alle competenze previste dalla legge».
Fuorilegge? - Socialisti e comunisti chiedono infine di accertare se la decisione di demolizione in urgenza rispetti o meno la Legge organica comunale e la Legge edilizia: «La domanda - scrivono agli Enti locali - è evidentemente se la demolizione rientrasse sotto i casi urgenti» o se si è trattata di «una forzatura ideologica, che getta sconcerto tra la cittadinanza e nelle istituzioni locali». Infine Ghisletta e co-firmatari domandano agli Enti locali di far luce su «quali Dicasteri e Divisioni sono stati coinvolti nella decisione di demolizione in urgenza» e se effettivamente vi sia stato - con il mancato coinvolgimento dei funzionari del Dicastero immobili di Lugano - «un atto illegale e temerario», che ha potenzialmente «messo in pericolo la salute degli operai e degli abitanti del quartiere dove è sito l’ex Macello».