L'imprenditore Giacomo Cammarata è stato condannato a sanare un abuso edilizio. E non l'ha presa bene
Dopo la sentenza del Tribunale federale, arriva l'ordine di demolizione dal Comune. E l'imprenditore getta la spugna: «Stanco di subire, piuttosto chiudo bottega»
ORIGLIO - Giacomo Cammarata ha lottato fino alla fine. Ma adesso è pronto a gettare la spugna. Chiuderà bottega quando vedrà comparire in fondo a via Lugano la ruspa della ditta incaricata dal Comune. «Sono qui che aspetto» dice con aria risoluta, incrociando le braccia all'ingresso del suo negozio di elettrodomestici. «Voglio proprio vedere se verrà».
A Origlio la sua storia la conoscono tutti. Perché Tio.ch/20minuti l'aveva raccontata nel 2016, e perché dalla lite tra il piccolo imprenditore e un vicino di casa è nata una battaglia legale protrattasi fino a pochi giorni fa. Oggetto del contendere: la costruzione di un deposito di materiale al posto di una vecchia tettoia. Una ristrutturazione legittima, per Cammarata. Un abuso secondo il vicino.
Alla fine i giudici del Tribunale amministrativo cantonale hanno dato ragione a quest'ultimo. L'imprenditore 60enne ha fatto ricorso al Tribunale federale, che il mese scorso ha risposto picche. «È stata un'odissea giudiziaria, mi hanno rovinato a furia di spese legali» lamenta l'imprenditore 60enne, che ritiene «ingiusta» la decisione dei giudici di Losanna. «È già difficile mandare avanti un'azienda di per sé, ho faticato a uscire dalla pandemia e ora mi arriva questa batosta. Ho deciso che basta».
A giugno il Comune di Origlio ha iscritto un'ipoteca legale sull'azienda di Cammarata - 5 dipendenti, vendita e riparazione di elettrodomestici da 30 anni - e ha comunicato il termine entro il quale il deposito dovrà essere demolito: il 15 luglio. «Dispiace di essere arrivati a questo punto» commenta il sindaco Alessandro Cedraschi. «Del resto le regole sono regole. La riattazione del deposito è stata fatta senza permesso di costruire, la domanda a posteriori è stata impugnata dal vicino e rigettata. Ora il proprietario deve demolire, altrimenti faremo noi». Il Comune ha in programma un sopralluogo per valutare i costi del lavoro, che verranno poi addebitati all'autore dell'abuso.
«Ho lavorato tanti anni onestamente, e ho apportato delle migliorie a un edificio già esistente, per le esigenze di un'impresa che dà lavoro e paga le tasse» protesta Cammarata, che ha comunicato ai cinque dipendenti l'intenzione di licenziarli tutti dal mese prossimo «se questa situazione non si dovesse chiarire». Ormai vicino alla pensione, non può distruggere con le sue mani il lavoro di tanti anni, dice. Meglio abbassare la ruspa: e poi abbassare la serranda.