Temporali e grandine estivi per Marco Gaia, meteorologo di Locarno Monti, non sono una novità.
Il ricordo: «Una ventina di anni fa caddero chicchi grossi come palline da tennis».
LUGANO - Ci siamo appena lasciati alle spalle fiumi di grandine e chicchi di ghiaccio grossi come sassi che il maltempo torna a riproporsi con tutta la violenza di cui è capace. Ne sono ampia dimostrazione le decine di segnalazioni giunte in redazione nelle ultime ore tra alberi caduti, fiumi in piena, tetti scoperchiati e persino velivoli ribaltati, come accaduto all’aeroporto di Magadino.
In quest’ultimo caso, contrariamente a quanto inizialmente supposto, non si è trattato di una tromba d’aria. «Tenderei a pensare che siano semplicemente state raffiche generate dal temporale molto intenso che ha attraversato il Locarnese», sottolinea Marco Gaia meteorologo di Meteo Svizzera. «I fenomeni temporaleschi che si sviluppano in Svizzera possono portare a raffiche di vento fino a 100/120 km/h. Per fortuna non capitano tutti i giorni. A Magadino abbiamo registrato 92 km/h, in linea con ciò che può capitare quando ci sono temporali così intensi come quello odierno».
Cosa dobbiamo attenderci per le prossime ore?
«L’attraversamento della regione alpina da parte della perturbazione temporalesca, annunciata già da un paio di giorni, avverrà entro sera. Fino all’ora di cena dobbiamo aspettarci quindi nuovi e ripetuti temporali che colpiranno, a macchia di leopardo, un po’ tutte le regioni. Quella maggiormente colpita dovrebbe essere nel triangolo tra il Sempione, il Gottardo e il Locarnese».
Almeno per il fine settimana possiamo sperare in un ritorno dell’estate?
«A partire da questa sera la situazione sul versante sudalpino si calmerà, mentre a nord delle Alpi ci vorranno ancora un paio di giorni prima che si stabilizzi. I dati a nostra disposizione mostrano un’uscita dalla fase di instabilità che ha caratterizzato queste ultime due settimane. Da sabato dovremmo poter godere di nuovo di temperature estive, con circa 30 gradi di massima, e di un tempo molto più stabile, senza quindi questi fenomeni temporaleschi».
C’è ancora viva nella memoria la grandine degli scorsi giorni. Ci si chiede se siano normali perturbazioni estive...
«La violenza di questi fenomeni è indubbia. Basta guardare le foto che testimoniano i danni provocati. Non abbiamo però elementi per dire che l'intensità dei temporali estivi stia aumentando. Penso ai temporali del passato: un primo agosto di una ventina di anni fa, in zona Arogno, caddero chicchi di ghiaccio grandi come palline da tennis. Quindi nulla di nuovo. Sono fenomeni tipici della regione alpina che si verificano a cadenza irregolare. Ci sono anni in cui non si presentano, altri in cui di queste grandinate se ne verificano anche più d’una».
C’è una prevedibilità nel caso di queste grandinate?
«Sia per la circostanza odierna, sia settimana scorsa, abbiamo visto con anticipo che erano presenti tutti gli ingredienti per qualcosa di intenso. Abbiamo quindi emesso le allerte in anticipo. Con i temporali è un po’ come andare a cercare funghi. La giornata è quella giusta, ma non sai dove li troverai e quanto grandi saranno. Solo all’ultimo momento riusciamo a stimare quanto sarà intenso e dove andrà a colpire un temporale. Proprio per questo abbiamo due tipologie di allerte: quelle che vengono emesse con 24 ore di anticipo e servono ad avvisare la popolazione in generale, e poi le allerte a breve termine, i cosiddetti flash temporali che arrivano circa una mezz'ora, tre quarti d’ora prima e indicano comune per comune le zone che dovrebbero essere colpite. Come accaduto questa mattina».
Parlare di tropicalizzazione del clima è un errore?
«È un'operazione di marketing meteorologico che rasenta l’errore. Ciò non vuol dire che non ci siano cambiamenti climatici in atto, anzi. Ma non si manifestano ancora attraverso i temporali, quanto piuttosto con l'aumento delle temperature e delle piogge intense non necessariamente temporalesche».