Un pensionato è sul piede di guerra per la cancellazione dei parcheggi lungo la via che porta al popolare ponte tibetano
Le autorità hanno negato ai residenti il permesso di parcheggiare l'auto lungo la strada. La ragione starebbe nel fatto che il bus navetta turistico necessita di carreggiata libera per manovrare. Ma l'Ente autonomo Carasc precisa: «Non c'è stata nessuna richiesta specifica da parte nostra»
MONTE CARASSO - Non tutti i ponti uniscono. Quello tibetano di Carasc, popolarissima attrazione turistica creata dalla fondazione Curzùtt sulla collina di Monte Carasso, sta mettendo alle corde il pensionato Hansjörg Oppliger e la sua compagna. Non tanto per il ponte in sé, ma per il fatto il Comune di Bellinzona per far strada libera al bus navetta usato dai turisti ha cancellato tutti i parcheggi in via El Runchetign dove la coppia di anziani dell’Emmental risiede dal 2006.
Un paradiso diventato scomodo - «Ora devo fare un chilometro a piedi fino alla mia automobile» si sfoga il 79enne con il Blick che ha fatto emergere l’arrabbiatura anche di altri residenti. «Amiamo la nostra casetta affacciata sul Piano di Magadino. Il nostro bellissimo giardino. I 100 gradini su per la montagna che ci tengono in forma». Cento passi appunto, ma non un chilometro che è distanza olimpica, da fargli perdere la pazienza: «Ora la nostra felicità è distrutta» dichiara.
Il cul-de-sac senza parcheggi - Sui due chilometri di via El Runchetign da quando, quattro anni fa, c’è stata l’aggregazione con Bellinzona soffierebbe un vento avverso. Soprattutto per quei dieci parcheggi cancellati alla fine del cul-de-sac. «Da 15 anni abbiamo sempre parcheggiato in strada. E adesso è improvvisamente vietato» si sfoga Oppliger con il giornale d’oltralpe: «Il parcheggio più vicino si trova a un chilometro di distanza. È un’imposizione!». E non converrebbe neppure sgarrare, visto che la polizia vigilerebbe sul comportamento dei residenti: «Ho ricevuto tre multe per parcheggio in una settimana» afferma il pensionato.
Cornuto e mazziato - L’ex ingegnere navale è un fiume in piena. Perché si sente cornuto e mazziato dalle autorità. Un anno e mezzo fa ha ottenuto un permesso per la sosta dell’auto. «Mi hanno anche detto che potevo parcheggiare liberamente per 150 franchi all’anno». Ma non gli sarebbe stato precisato, almeno questo sostiene lui, che il permesso valeva per la zona blu nel villaggio.
Altri scontenti - Oppliger, spiega ancora il Blick, non è l'unico disperato sul pendio. Una dozzina di famiglie devono affrontare l’esodo a piedi. Non sono solo i residenti a lamentarsi, ma anche chi ha una casa di vacanza. Ma pure i viticoltori sarebbero inaciditi per la carenza di parcheggi. «Non puoi più parcheggiare i tuoi veicoli da lavoro» dice Lara, 38 anni. La causa di tutto starebbe a monte, ossia nel ponte tibetano che viene raggiunto anche attraverso uno shuttle. Ma il bus navetta, per manovrare sulla stretta via, ha sloggiato le auto dalla carreggiata. I residenti sono comunque sul piede di guerra e chiedono alle autorità una soluzione: «Abbiamo manifestato per tre giorni e bloccato la strada al bus».
La precisazione - Dall'Ente autonomo Carasc (EAC), nella cui gestione rientra anche il ponte tibetano, arriva una precisazione. «Da parte dell'EAC non c'è stata nessuna richiesta specifica alla Città per segnare delle zone dove non si può parcheggiare o sostare» dichiara a Tio/20Minuti il direttore Ivan Guidotti. La decisione sarebbe stata dunque presa autonomamente del Comune, cancellando la vecchia prassi di tollerare per anni le auto nelle aree di sosta dove per legge non sarebbe consentito abbandonare il veicolo. «Con il nostro servizio Shuttle bus - continua l'ex sindaco di Monte Carasso - abbiamo sempre circolato senza problemi. L'unica cosa che può infastidirci è quando sulla piazza di giro del Pairolo ci sono delle macchine che impediscono al bus di manovrare».