«Bastano poche cose: sostituzioni e piccoli accorgimenti. Già così una persona migliora molto il suo impatto sul clima».
ASCONA - Uno zaino, una tenda e i parchi nazionali svedesi. Samyra Lista, 19enne di Ascona, alias @lagreenfluencer, ha puntato a poche, piccole e semplici cose per rendere la sua vacanza sostenibile. Partita con un amico e un biglietto Interrail, dopo 25 ore di viaggio è arrivata a Stoccolma. E mentre cammina posta su Instagram foto e continui aggiornamenti su come essere green anche in vacanza.
Cosa vuol dire vacanza sostenibile?
«È un tipo di vacanza che rispetta profondamente il luogo in cui si va, l’ambiente e le persone. Ci sono dei meccanismi di turismo che non danno la possibilità di essere sostenibile. Ad esempio alle Hawaii è stato chiesto agli abitanti di risparmiare acqua perché serve ai turisti, mentre la Svezia è piuttosto nota in fatto di attuazione di misure in favore della sostenibilità».
Come si pianifica?
«In un post che ho pubblicato su Instagram ho elencato quelli che per me sono i punti cardine della pianificazione. È importante la scelta della propria destinazione, ma anche il modo in cui ci si arriva. In generale è il treno il mezzo più veloce e che genera meno sprechi. Poi è importante, una volta a destinazione, spostarsi con i mezzi pubblici. Per alloggio e ristorante ci sono diverse piattaforme, come ecobnb e holycow, che permettono di alloggiare e mangiare in luoghi che rispettano l’ambiente».
È semplice da organizzare?
«Dipende cosa si vuole fare. Stare in spiaggia per una settimana è più semplice di programmare un viaggio con esplorazioni, perché bisogna considerare tutti gli spostamenti. Una vacanza sostenibile penso sia comunque fattibile per tutti, credo che ognuno possa riuscire ad adattare le proprie esigenze».
Dove alloggiate e perché?
«Noi abbiamo scelto un ostello, il Generator Stockholm, ed è un 3 stelle. Spesso quando si va in hotel si richiede un certo servizio. E purtroppo nei 5 stelle si spreca di più che in un 3 stelle come il nostro, che solitamente dà il minimo indispensabile. Infatti è molto minimal, ma ha comunque i suoi comfort. I saponi per esempio sono nei refiller e non nelle confezioni monouso di plastica. E credo che questo basti per essere sostenibile. Anche perché in generale il lusso e lo sfarzo non vanno molto d’accordo con la sostenibilità».
Che programmi avete?
«Nei prossimi due giorni visiteremo dei parchi nazionali perché vogliamo apprezzare la natura che ci dà il luogo. La Svezia ha dei siti molto ben fatti in cui ti spiega cosa fare e non fare per rispettare la natura e gli animali, per non disturbarli, e ha adibito dei luoghi dove dormire in tenda. Perciò zaino in spalla e notte in tenda, che è anche un bel modo di risparmiare risorse».
Come si può organizzare al meglio lo zaino?
«Se sto in giro cinque giorni, cerco di portarmi al massimo quattro capi per tipo di vestito. Per esempio due jeans e quattro magliette. Per limitare lo spazio li metto arrotolati e non si stropicciano. Per questo viaggio ho preso uno zaino un po’ più grande del solito per poter portare il materiale della tenda. Ho due tappetini per dormire e la borraccia che è un must per viaggiare. In Svezia l’acqua è potabile nei rubinetti come in Svizzera. Perciò non bisogna comprare bottigliette in plastica ogni volta. Inoltre ci sono molte applicazioni che segnalano su una mappa dove poter riempire la propria bottiglia. Per il nécessaire ho dei saponi solidi e questo ti evita di portare plastica in giro».
Cambiare in favore della sostenibilità, è davvero per tutti?
«Ci sono sicuramente delle persone che da un giorno all’altro si svegliano e si dicono che devono cambiare la loro vita del tutto. Credo che però la maggior parte delle persone tenda a fare un cambiamento molto più lento, così che non sia uno stravolgimento. Voglio far vedere che la sostenibilità è una cosa fatta per tutti e che bastano poche cose, come sostituzioni e piccoli accorgimenti. Già così una persona migliora il suo impatto sul clima incredibilmente».