Spesso sono gli impegni di lavoro che obbligano i genitori a trovare soluzioni alternative per accudire i propri figli
CAGIALLO - Oltre alle strutture d’infanzia, un aiuto concreto è costituito da baby sitter che si occupano dei piccoli. Francesca Pezzani, diplomata come operatrice socioassistenziale, ha scelto di fare la tata e da 7 anni è un punto di riferimento per mamme e papà, tanto che è impegnata fino a 10 ore al giorno in 5 nuclei familiari con figli tra 1 e 12 anni per un totale di 13 bambini.
Come riesce a seguirli tutti?
«Sono incarichi distribuiti sull’arco della settimana e la fiducia che si è instaurata con i rispettivi genitori mi concede una libertà di gestione del tempo con i bimbi, che cercano soprattutto una compagnia stimolante».
Quali sono i suoi principi?
«Indipendentemente dall’età, sono convinta che il rispetto e la fiducia siano fondamentali per la loro crescita e la loro educazione. Lavoro con un’ideologia che si basa sull’autonomia e sull’esplorazione. Le attività principali che propongo loro sono strettamente legate alla natura e agli oggetti di origine naturale per una scoperta del mondo che li circonda attraverso i cinque sensi. Ritengo inoltre importante abituarli con il gioco alle piccole mansioni quotidiane come cucinare, pulire, riordinare, vestirsi e occuparsi della loro igiene personale».
Cosa piace ai bambini?
«Divertirsi ed esprimere loro stessi, potendo muoversi e giocare in uno spazio sicuro senza troppe limitazioni dell’adulto. Ci sono bambini che riescono a occupare il loro tempo utilizzando la loro fantasia, mentre altri necessitano di un incoraggiamento. I primi adorano creare le loro attività con le loro idee, si sentono coinvolti in tutto quello che fanno. Chi manifesta invece qualche paura o difficoltà a motivarsi, va semplicemente aiutato a superare questi normali limiti con l’ascolto e la pazienza, già a partire dai primi mesi di vita».
La comunicazione resta talvolta impegnativa. Perché?
«Ogni età ha il suo approccio, mentre la tendenza è quella di uniformare. L’adulto, in generale, vuole arrivare subito al risultato, mentre il bambino non ha alcuna fretta e cerca una considerazione sensibile. È in quelle situazioni che si deve giocare d’anticipo».
Cosa intende?
«Facciamo il classico esempio al parco giochi. È venuto il momento di andare a casa. Un comando immediato crea subito proteste, perché chiaramente i bimbi vogliono rimanere. “Ancora 5 minuti” non ha impatto perché a questa età il tempo non viene riconosciuto. Cerco un’intesa più accessibile: “Scegliete gli ultimi due giochi e la prossima volta che vi chiamo, andiamo a casa”. Il concetto di “finito” passa meglio e i bimbi lo capiscono quando mi avvio verso l’uscita. È un semplice accordo senza imposizione, che loro hanno accettato in anticipo».
Dove trova tutta questa pazienza?
«Nella passione, prima di tutto. In realtà trascorrere fino a 10 ore al giorno con i bambini mi stimola. Imparo sempre qualcosa di nuovo perché il loro potenziale è immenso. Il mio approccio porta a dei risultati positivi e questo mi conferma che è il lavoro che fa per me».
Lei è stata invitata in vacanza da alcune famiglie.
«Sì, ed è stata anche questa un’esperienza particolare. Seppur presente 24 ore su 24, con i genitori abbiamo organizzato il tempo affinché potessi trascorrere 8 ore con i bimbi sull’arco della giornata».
I nonni sono sempre un punto di riferimento
Le tradizionali colonie estive, sostenute da scuola e comuni nella formula diurna, costituiscono un grande aiuto alle famiglie. Normalmente, vengono proposte in pacchetti di 7 giorni con la possibilità di scelta sull’arco di un mese. Molto richieste anche le settimane di Lingue e Sport, in cui i ragazzi iniziano un approccio scolastico unito al movimento e al divertimento.
Corso di nuoto, tiro con l’arco, uscite nei boschi e altre attività caratterizzano i campus estivi, che valorizzano la voglia di esplorare dei piccoli protagonisti.
«Le altre opzioni sono classiche e sono apprezzate su tutto l’arco dell’anno», sottolinea Francesca Pezzani. «Gli asili nido 0-4 anni, aperti anche durante tutta l’estate, eccezion fatta per due settimane di vacanza. Senza dimenticare i nonni, che rappresentano un punto di riferimento per i loro nipoti». Il loro impegno è sempre costante e l’approccio è costruttivo, «perché si sentono particolarmente coinvolti in questo ruolo d’amore», conclude l’educatrice.