La scuola ricomincia con la mascherina. Il direttore del Decs, Manuele Bertoli: «Precauzioni post vacanze»
Sul personale docente e la campagna vaccinale: «La percentuale di chi ha aderito non la abbiamo, ma l'impressione è che abbiano aderito in molti. Gli altri cercheremo di convincerli»
LUGANO - C'è odore di zainetti e astucci nuovi nell'aria. Mancano infatti meno di due settimana all'inzio del nuovo anno scolastico, in pratica il terzo dall'arrivo della pandemia di Coronavirus. Forte dell'esperienza maturata, quindi, il Decs ha deciso di virare verso una normalità ritrovata, o quasi.
Le indicazioni di base restano le stesse: distanza sociale, lavaggio delle mani, ricambio frequente dell’aria in classe, pulizia accurata dei materiali resteranno valide così come il principio secondo il quale allievi e docenti che presentano sintomi devono rimanere a casa. Anche la mascherina dovrà essere indossata, ma solo per le prime due settimane. Ciò per evitare che i numerosi rientri dall’estero e il “rimescolamento” di popolazione tipico dell’inizio della scuola, possano rivelarsi un mix letale.
Ci si attende quindi un rientro con diversi potenziali positivi? Lo abbiamo chiesto al Direttore del Decs, Manuele Bertoli.
«Non possiamo escludere che vi siano dei casi positivi, visto l'andamento della curva pandemica un po' in tutta Europa. Per precauzione preferiamo cominciare con delle misure particolari, dedicate a questa fase iniziale».
Non si è pensato potesse essere il caso di effettuare dei test a tappeto, almeno tra il personale docente?
«I test sono degli spot che valgono oggi, ma domani non hanno più valore. Si tratterebbe di uno sforzo organizzativo enorme per una fotografia effimera. Non crediamo sia il caso di farlo. Le misure protettive e le mascherine permettono, qualora vi fosse un positivo asintomatico, di proteggere gli altri. Dovesse esserci la conferma della malattia, il docente va a casa e il contagio non si diffonde. I test verranno comunque usati qualora vi fossero indizi di contagio in un istituto, come fatto sul finire dello scorso anno».
Si riesce a sapere a oggi che percentuale di docenti si è vaccinata?
«Il dato non lo abbiamo. Il sistema di vaccinazione non prevede d'indicare qual è la professione di chi si sottopone al vaccino. Lo stesso vale per i docenti. Lo si è potuto ottenere nel settore sanitario, perché il personale si è vaccinato nelle strutture sanitarie e così la categoria è stata monitorata. Io ho chiesto di poter avere questa cifra per i docenti, tramite una ricerca incrociata sulle banche dati in maniera totalmente anonima, ma non ho ancora avuto un nulla osta. Quello che posso dire è che secondo la mia impressione l'adesione è stata buona. Lo dimostrano i feedback dei docenti ai miei inviti ad aderire alla campagna vaccinale. Così come il fatto che in giugno, per evitare di buttare via delle dosi di vaccino che restavano a fine giornata, abbiamo contattato delle scuole vicine e i candidati erano persino in sovrannumero. C'è anche chi se l'è presa per non essere stato selezionato. Sono dei semplici indizi, ma fanno ben sperare».
Si è mai pensato a una vaccinazione nelle scuole?
«Non ci è mai stato proposto dalle autorità sanitarie. Credo che il concetto di vaccinare nei contesti specifici, come potrebbe essere quello scolastico, non sia ancora stato preso in considerazione».
C'è l'intenzione di fare pressione sui docenti affinché aderiscano alla campagna vaccinale?
«C'è la volontà netta di convincere. Ed è per quello che il mio collega De Rosa sta continuando a esortare la popolazione. Per lo stesso motivo, in luglio, ho scritto ai docenti. Credo che questa sia ancora la strada maestra, che ci eviterebbe tra l'altro di ragionare su eventuali obblighi. Se un numero sufficiente di persone riesce a cogliere il messaggio e a compiere questo gesto tutto diventerà più semplice».
In un Cantone in cui ci sono due Consiglieri di Stato che non si sono vaccinati (Gobbi e Zali) non c'è un po' il rischio che possano fare da testimonial al contrario?
«Certamente. Non farlo è un loro diritto personale, ma non aiuta l’autorità a mandare segnali completamente credibili. Io li invito a cogliere l’occasione di vaccinarsi, perché credo che sia importante per veicolare un messaggio semplice e chiaro alla popolazione: "questa è la strada maestra per uscirne". Quella parte minoritaria di popolazione che non vuole vaccinarsi può fare questa scelta solo grazie alla maggioranza che si è vaccinata, altrimenti presto saremmo di nuovo qui a chiudere negozi, ristoranti e a dover autolimitarci tutti per l'ennesima volta. Un’esperienza che la nostra società non vuole più fare».
Evoluzione delle misure nelle scuole
Dal 13 settembre le regole saranno allentate: è previsto che la mascherina per gli allievi delle scuole medie divenga facoltativa, mentre per insegnanti di ogni ordine e grado e per allievi del settore post obbligatorio, previa presentazione di un’autocertificazione relativa al vaccino o all’immunizzazione dopo guarigione, l’uso della mascherina sarà facoltativo nelle aule e nei laboratori, mentre resterà invece obbligatorio nei corridoi, negli spazi comuni, in aula docenti, all’entrata e uscita della scuola e negli spazi esterni.