A Cornaredo, dietro le quinte del commiato al sindaco Marco Borradori. L'affetto della gente.
Personaggi pubblici e semplici cittadini raccontano le loro emozioni. In tanti si commuovono.
LUGANO - «Marco era un inno alla vita». Basterebbero queste poche parole della conduttrice televisiva e radiofonica Julie Arlin, incontrata casualmente sulle tribune di Cornaredo, per riassumere chi era il sindaco di Lugano. Tio/20Minuti ha partecipato alla cerimonia di commiato di Borradori. E, dietro le quinte, ha raccolto testimonianze preziose. Di personaggi pubblici, ma anche di semplici cittadini.
La signora delle pulizie e l'angelo – Nel video appare ad esempio la signora Michela, di 83 anni. Una donna che, Borradori, l'ha visto crescere. Faceva le pulizie nel palazzo in cui abitava la sua famiglia, quando il sindaco era ragazzo. Aveva buonissimi rapporti con i suoi genitori. «Oggi sono commossa. Ho pianto». E piange anche una City Angels, quando ricorda che è stato proprio il sindaco a consegnarle il diploma.
Incredulità e senso di vuoto – Patrizia Pesenti, ex collega di Governo di Borradori, lo ricorda come «un grande amico. Sono incredula». Mentre Giorgio Giudici, predecessore di Borradori, appare frastornato. Tristissimo. «C'è un senso di vuoto. Penso anche alla Città. A chi sostituirà Marco Borradori».
Quel giorno mai più arrivato – Marco Solari, presidente del Festival del film di Locarno, è parecchio provato. «Borradori la settimana prima di morire era venuto spesso a Locarno. In occasione del nostro ultimo incontro ci eravamo dati appuntamento al giorno dopo. Ma quel giorno non è più arrivato».
«Borradori era la politica» – Abbattuto anche Angelo Renzetti, presidente del Lugano calcio: «Borradori non era un politico. Era la politica. Io una persona così integerrima non l'ho mai conosciuta».
Un senso di gratitudine – Sulle tribune incontriamo Carolina Gualea, una giovane di 23 anni. Ci fa capire di essere lì per senso di gratitudine. «Anche Marco sarebbe stato presente per uno di noi». Shayda Askari, classe 1981, ricorda il sorriso e la disponibilità del sindaco. Barbara Casati, 42 anni, segue la cerimonia da lontano. Ha gli occhi lucidi ed è vestita da runner. «Ho due pensieri. Uno legato alla passione che abbiamo in comune. Lui voleva fare la maratona di New York. Si stava allenando per questo. E mi spiace tantissimo che non potrà farlo. Poi ho un sentimento di vera gratitudine per tutto quello che ha fatto per la gente».
Sette giorni di tristezza – Roberto Badaracco, capo del Dicastero cultura, sport ed eventi, racconta invece il suo primo pensiero al risveglio in questo triste martedì. «Ho pensato che una settimana fa a quest'ora Marco era ancora vivo. E poi verso le 11, in una giornata bella come oggi, è uscito a correre ed è arrivato quell'arresto cardiaco».