Strada bloccata per diverse settimane. Ma lassù una decina di persone presto dovrà raccogliere l’uva. Come farà?
Il municipale Giorgio Soldini: «Possiamo capire che ci sia del disagio. Però invitiamo i viticoltori alla calma. Abbiamo a cuore anche i loro interessi».
GUDO - La frana del Sasso Grande a Gudo (Bellinzona) mette a dura prova anche i viticoltori. Circa una decina i proprietari di terreni che da tempo si stanno interrogando su come affrontare l’imminente vendemmia. Mentre due famiglie restano evacuate, gli operai continuano a lavorare per mettere in sicurezza la zona colpita dal doppio smottamento. Ora spunta un nuovo problema. «Quella di Gudo è conosciuta per essere una regione di viticoltura – sottolinea Giorgio Soldini, capo del Dicastero ambiente per Bellinzona –. La strada sbarrata a causa della frana porta effettivamente a diversi vigneti. E non mancano le preoccupazioni».
Il primo cedimento a dicembre, il secondo a luglio – Dal piano la voragine nella montagna è ben visibile ormai da mesi. Al primo cedimento, a dicembre 2020, col crollo di 800 metri cubi di detriti, ne ha fatto seguito un secondo, a fine luglio, con altri 1000 metri cubi di materiale. A coordinare i lavori è Rudy Genazzi, responsabile del settore foreste e territorio per la Città. «Adesso la priorità è la messa in sicurezza della zona. Tutte le parti in causa stanno facendo un lavoro enorme. I lavori procedono bene».
"In pausa" per qualche minuto – Genazzi va oltre: «Non ci dimentichiamo che oltre alle famiglie evacuate dobbiamo pensare a chi abita oltre quel tratto. Oppure a chi possiede dei terreni agricoli. Finora ogni tanto siamo riusciti a “mettere in pausa” i lavori per permettere alla gente di passare per andare ad esempio a lavorare. Ci siamo anche organizzati per consentire la consegna della posta almeno una volta a settimana».
Un periodo frenetico – La vendemmia (data indicativa della "meta" attorno al 20 settembre) però è un’altra cosa. Chiunque abbia avuto a che fare con un vigneto sa che quello è un periodo frenetico. In linea puramente teorica bisognerebbe fare su e giù in continuazione coi furgoni per portare l’uva in pianura. È immaginabile che da quel punto, così delicato, transitino per diversi giorni parecchi veicoli?
«Aperti al dialogo» – Soldini prende sul serio la questione. «Il tempo stringe e la vendemmia si avvicina – sottolinea –. Possiamo capire che ci sia del disagio. Però invitiamo i viticoltori alla calma. Siamo disponibili al dialogo e aperti a diversi possibili scenari». «Siamo in costante contatto con un rappresentante dei viticoltori della zona – assicura Genazzi –. Troveremo delle soluzioni. Ad esempio aprendo la strada in determinate fasce orarie o addirittura per alcuni specifici giorni».
Si spera in una bella reazione – L'auspicio di Soldini è che nascano collaborazioni in modo che lungo la tratta, comunque, passino meno veicoli possibili. «Nella sfortuna, fino a questo momento devo dire che c’è sempre stata una bella reazione da parte di chi è stato coinvolto in questa vicenda. Sappiamo tutti quale è la priorità, ma non dobbiamo nemmeno sottovalutare l’interesse dei singoli cittadini».