Smontata la bufala che lega morte e vaccino. Il sindaco fece la seconda dose 10 settimane prima dell'attacco cardiaco
Regge poco anche la tesi dell'allenamento sfiancante. L'orologio Garmin attesterebbe che la corsa di Borradori è durata due minuti e mezzo. L'esame autoptico avrebbe riscontrato inoltre segni di "piccoli infarti precedenti"
LUGANO - Tra le bufale messe in circolazione dai No vax spicca, possiamo dirlo?, per squallore, quella che mette in stretta correlazione la vaccinazione e l’attacco cardiaco che la mattina dello scorso 10 agosto si è portato via il sindaco di Lugano. In chiave pressapochista e strapaesana ne ha parlato l'altra sera, durante la Matrioska di Bazzi, il medico Werner Nussbaumer: «Probabilmente, c’ho delle prove quasi certe - ha detto - che Borradori si era vaccinato pochi giorni prima». Una sassata no Vax che ha scosso l’altro ospite, il municipale Filippo Lombardi: «Ha fatto la vaccinazione 6 settimane prima! Non accetto - ha sbottato da par suo - che Marco Borradori venga strumentalizzato in questo dibattito».
Vaccinato due mesi prima - Stavolta il dottor Canna ha cannato. Ed è bene chiarirlo una volta per tutte. Ci sono infatti prove certe che il sindaco Borradori si è recato al Padiglione Conza lo scorso 2 giugno, alle 15.30, per sottoporsi alla vaccinazione. Prima o seconda dose? Più fonti, messe tra l'altro al corrente dal diretto interessato, confermano che si trattava della dose finale. Di questo appuntamento riferisce anche il libro “La politica delle ruspe” di Lillo Alaimo, a pagina 20: «ll sindaco poco dopo le 15 saluta i colleghi e se ne va per un impegno personale». A voce lo stesso Alaimo è ancora più esplicito: «Il sindaco mi aveva confidato di essere andato a fare il vaccino».
Tra la seconda dose e l’attacco cardiaco sono quindi trascorsi 69 giorni. Un lasso di tempo di quasi dieci settimane, un periodo certo non sereno per un Borradori scosso dalla bega sul Macello, ma un periodo sufficiente per togliere acqua e farina alle tesi novaxiste.
La breve corsa - Sebbene sia la più grave, non è la sola strumentalizzazione che circola attorno alle cause della morte del sindaco. La più diffusa riconduce l’attacco cardiaco ai pericoli che si corrono nel fare running dopo i 50 anni (quante madri stanno invitando alla prudenza i figli cinquantenni!). Ma anche qui ci sono solidi elementi per sostenere che il malore fatale è sopraggiunto pochi minuti dopo che Marco Borradori ha iniziato il proprio allenamento. Lo testimonierebbe l’orologio Garmin che portava al polso per registrare le prestazioni (si stava infatti preparando per partecipare alla maratona di New York del 7 novembre). Ebbene, fonti mediche, sostengono che la corsa del sindaco si è interrotta dopo soli 2 minuti e mezzo. Troppo poco per avvalorare la tesi dell’allenamento sfiancante. Tanto più che il sindaco è stato trovato, poco dopo le 12, privo di coscienza, su una stradina asfaltata, a circa 300 metri dal Centro sportivo La Monda di Vezia. Sappiamo che il sindaco era solito parcheggiare la sua Smart scura in uno spiazzo all'inizio di Ri Gaggio, la stradina che più a sud, dai piedi della Crespera, porta dritta alla Tenuta Bally. A poco più di 600 metri in linea d'aria da dove poi si è sentito male (una distanza che, se preceduta da un breve riscaldamento, collimerebbe con i tempi cronometrati). Martedì 10 agosto non è quindi «pochi giorni dopo il vaccino». Ma anche due minuti e mezzo di corsa non è tempo che permette di coprire 10 km (questa sarebbe stata la distanza percorsa dal sindaco prima dell'attacco cardiaco secondo un’altra, poco credibile, versione dei fatti).
Tracce di piccoli infarti - Infine, c’è un ulteriore aspetto inedito, ma significativo per spiegare quello di cui ancora oggi in molti non riescono a capacitarsi: com’è possibile che un uomo, allenato, concluda così la propria vita a 62 anni? Ma Borradori era davvero in piena salute? Gli esami dopo il decesso dicono altro, dall’autopsia in particolare sarebbero emerse tracce di “piccoli infarti precedenti” sul cuore del sindaco. Che avesse sofferto di problemi cardiaci in precedenza trova pure conferma da altre fonti. Ci furono quindi dei campanelli d’allarme. Segnali di cui, però, non è ben chiara né la gravità, né la consapevolezza da parte del sindaco. Questo, senza morbosità, in risposta ai troppi che usano Borradori per le loro campagne.