La misura in vigore da oggi in tutta la Svizzera non trova i favori di tutti gli esercenti luganesi.
Molti concordano sul fatto che sia un "male" sopportabile. Altri invece si lamentano per la possibile perdita di clienti nei prossimi mesi e per una burocrazia più onerosa.
LUGANO - È il 13 settembre e tutto va (più o meno) bene. Ma le incognite e gli interrogativi in vista dell'arrivo dei mesi più freddi rimangono. È entrato in vigore oggi in tutto il Paese l'obbligo di presentare il certificato Covid per poter praticare numerose attività, come per esempio bere un caffè all'interno di un bar o mangiare nei locali chiusi di un ristorante. Una novità che nel centro di Lugano sembra essere stata digerita senza grandi difficoltà dalla clientela.
Chi vede il bicchiere mezzo pieno... - «Per il momento tutto è andato bene, i clienti sono molto disponibili nel mostrare il certificato», spiega Andrea Pieri del Ristorante Olimpia. All'Osteria Trani, invece, una persona si è presentata senza Pass, dicendo che non ce l'aveva con sé. «L'abbiamo fatto sedere all'esterno e gli abbiamo offerto l'aperitivo, in attesa che un suo famigliare gli inviasse una fotografia», racconta Francesco Donati. Con l'obbligo del certificato, inoltre, vanno a cadere alcune restrizioni. Un aspetto giudicato positivamente Alex Moscatelli del Ristorante L'Orologio: «Come personale, essendo tutti vaccinati, abbiamo meno rigidità per quanto riguarda la mascherina».
...e chi mezzo vuoto - Non la pensa così invece Carmine Aiezza, del ristorante Acqua e Farina: «Il certificato ci mette in difficoltà perché non so come gestire il personale. Probabilmente mi toccherà ridurlo». Anche Giulia Landrini della Birreria City è preoccupata: «Quando farà freddo molta gente che non ha il certificato Covid rinuncerà a venire al bar. Quindi un po' di paura c'è». Oltre alla possibile perdita di clientela (e quindi di incassi) e al maggior onere burocratico, alcune lamentele riguardano pure l'associazione mantello GastroTicino, "accusata" di essere un po' negligente: «Avrebbero dovuto informarci sulle procedure da adottare, cosa che non hanno fatto. Ad oggi non so ancora se quello che sto facendo, ovvero un controllo manuale di chi ha il Covid Pass, sia giusto o meno», lamenta Alan Anselmi del Bar Capriccio.