Il commento del Consiglio Stato sui risultati della votazione cantonale.
Il Governo saluta positivamente l'esito dell'iniziativa "No alle pigioni abusive" ed esprime invece perplessità per la vittoria dell'iniziativa di Ghiringhelli.
BELLINZONA - Il Consiglio di Stato ha preso atto dei risultati della votazione cantonale odierna su tre iniziative popolari. Qui di seguito il commento del Governo ai tre punti in oggetto.
«Basta tasse e basta spese» - Il Consiglio di Stato ha preso atto del voto odierno che ha respinto l’iniziativa popolare "Basta tasse e basta spese, che i cittadini possano votare su certe spese cantonali" e ha accolto il controprogetto approvato dal Gran Consiglio il 23 febbraio 2021.
La modifica costituzionale approvata dalla cittadinanza istituisce lo strumento del referendum finanziario obbligatorio «filtrato» dal Parlamento. In particolare, il controprogetto stabilisce che il Gran Consiglio, con un terzo favorevole dei presenti e con un minimo di 25 deputati, potrà sottoporre a referendum gli atti comportanti una spesa unica superiore a 30 milioni di franchi o una spesa annua superiore a 6 milioni di franchi per almeno quattro anni.
Il Governo ricorda che il controprogetto adottato nella votazione odierna è il frutto «di un lungo periodo di trattative fra la Commissione parlamentare della gestione e gli iniziativisti».
«No alle pigioni abusive, sì alla trasparenza» - Il Governo ticinese saluta positivamente la decisione della cittadinanza, che ha respinto l’iniziativa popolare denominata "No alle pigioni abusive, sì alla trasparenza: per l’introduzione del formulario ufficiale ad inizio locazione".
«Le statistiche - sottolinea - mostrano che sul mercato immobiliare vi sono numerose abitazioni disponibili, elemento che contribuisce a mantenere le pigioni a un livello moderato». Il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio non ritenevano quindi necessario introdurre l’uso di un modulo ufficiale per la conclusione di un nuovo contratto di locazione. Va comunque sottolineato che le norme attualmente in vigore consentono già al Consiglio di Stato di intervenire in modo mirato qualora in determinati Comuni si verificasse una penuria di abitazioni disponibili.
«Legittima difesa» - Il Consiglio di Stato prende atto anche della decisione della cittadinanza, che ha approvato l’iniziativa popolare «Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa». Governo e Parlamento cantonale proponevano di respingere l’iniziativa.
Il Governo, che avrebbe preferito rimanere al sistema vigente, grazie al quale è già prevista un’indennità per le spese sostenute in caso di assoluzione o di proscioglimento, nonché l’assistenza giudiziaria e la copertura delle spese legali e procedurali di chi si trova in una situazione finanziaria precaria, auspica che la soluzione di rimborso adottata «non legittimi comportamenti violenti e non incentivi i cittadini a farsi giustizia da sé, con un ricorso accresciuto alle armi».