Chiara Minelli, medico della clinica Moncucco, ha effettuato la prima dose in Svizzera, mentre la seconda in Italia.
Per il sistema confederato risulta completamente vaccinata, ma non per quello italiano. E ancora non ha ottenuto il suo Green Pass.
LUGANO - È una vaccinazione che ha creato diverse complicanze, quella effettuata dalla dottoressa della clinica luganese Moncucco Chiara Minelli. E non in senso fisico. Sì, perché mentre l’immunizzazione in Svizzera le viene riconosciuta, in Italia, suo Paese di residenza, no. Lo riporta il portale di notizie comasco Espansione Tv.
Due dosi, due Stati - Minelli è residente a Maslianico e, come molti altri, oltrepassa ogni giorno il confine per lavorare nel nostro Paese. E, oltre a dividere la sua vita tra Svizzera e Italia, si è anche vaccinata un po’ qui e un po’ là. Già, perché mentre Minelli ha ricevuto la sua prima dose di vaccino in Svizzera, la seconda le è stata somministrata nel Belpaese, all’ospedale Niguarda di Milano. Pur trattandosi sempre dello stesso preparato, il vaccino di Pfizer, e pur essendo diritto di Minelli vaccinarsi sia in Italia, essendo cittadina, sia in Svizzera, lavorando qui, questa incongruenza ha portato a un caos burocratico che non le ha mai permesso di ottenere il Greenpass.
Lo stigma no vax - «Tutt’oggi, per il sistema italiano, io non ho nemmeno ricevuto la prima dose» ha spiegato Minelli al portale di notizie lombardo, lamentando inoltre di essere ingiustamente considerata «una no vax». «Ho provato in ogni modo a comunicare con gli enti e le istituzioni. Ho fatto di tutto per trasferire i documenti che certificano l’avvenuta doppia vaccinazione, ma ancora non ci sono novità sulla mia cartella», ha concluso amareggiata.