Il farmacista cantonale annuncia controlli sulle fatturazioni dei test Covid. Zanini: le scuse non reggono
BELLINZONA - Come diceva Andreotti: a pensar male si fa peccato, ma si indovina. Nelle farmacie ticinesi da questa settimana i test Covid sono a pagamento, eccezion fatta per i sintomatici e per i furbetti che, fatta la legge, non impiegheranno molto a trovare l'inganno.
Le autorità sanitarie se lo aspettano, e hanno preso delle precauzioni. «In passato abbiamo visto che esiste un grosso rischio di simulazione» ammette a tio.ch/minuti il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini. «Chi non vuole pagare, tende a fingere di avere perso l'olfatto o il gusto. Una scusa già sentita nella scorsa ondata, e su cui non c'è modo di condurre verifiche da parte dell'operatore sanitario».
Un'altra trovata a portata di furbetti: dichiarare di voler fare visita a un parente in ospedale o in casa anziani. Anche in questo caso, come in presenza di sintomi influenzali, a pagare il test sarebbe ancora la Confederazione. «Farmacisti e medici non hanno modo di verificare che poi la visita venga effettuata realmente, e la persona non si rechi piuttosto al ristorante».
Per questo, Berna ha previsto il rilascio del certificato solo in alcuni casi. Bambini sotto i 16 anni, persone in attesa della seconda dose di vaccino, o che non possono vaccinarsi per motivi medici. La casistica è illustrata chiaramente in una circolare inviata ieri dal Dss a farmacie e studi medici (vedi allegato).
Problema risolto? Non del tutto. In realtà, per gli incorreggibili esiste ancora una possibilità di aggirare le regole: ma è necessaria la complicità del medico o del farmacista. «Chi effettua i tamponi potrebbe decidere di fatturare comunque la prestazione alla Confederazione, a un prezzo maggiore rispetto a quello di mercato, rilasciando il certificato».
L'Ufficio di sanità pubblica, ricordiamo, rimborsa i test a 47 franchi. Una cifra "ghiotta" considerando i costi del materiale (5-6 franchi). «Gli abusi sono in linea di massima possibili - osserva Zanini - si fa affidamento sull'etica del farmacista o del medico».
E se questi ultimi provassero a intascare furbescamente il rimborso pubblico, più magari qualcosa dal cliente per il favore? Il Dss preferisce "pensare male", che ritrovarsi gabbato: sono previsti «una serie di controlli a campione per verificare la condotta di chi effettua i test» conclude Zanini.
Chi paga e chi no?
Per una serie di categorie la Confederazione ha previsto l'esenzione dal pagamento dei test Covid. Ma non per tutte è previsto il rilascio del certificato. Ecco una tabella esplicativa, divulgata ieri dal Dss tra le farmacie ticinesi.