Il presidente Udc doveva partecipare a un viaggio di rappresentanza negli Stati Uniti. Ma è rimasto bloccato al check-in
Sullo sfondo, una polemica parlamentare sul ruolo della Svizzera nell'Onu. «La candidatura al Consiglio di Sicurezza è un errore, comprometterebbe la nostra neutralità»
BERNA - Quando il gate chiude, chiude. Anche per i senatori. Lunedì mattina una deputazione del Consiglio degli Stati doveva partire per gli Stati Uniti. E in effetti quattro deputati su cinque sono decollati. Tutti tranne Marco Chiesa, che è rimasto bloccato in aeroporto.
Il presidente dell'Udc - riferisce il Tages Anzeiger - è arrivato a Kloten solo un'ora prima del decollo: la compagnia aerea United Airlines è stata inflessibile, e lo ha lasciato a terra. Il ticinese non parteciperà al viaggio informativo organizzato dalla Camera alta, che prevede una tappa a Washington e una a New York.
I colleghi Andrea Gmür-Schönenberger (Centro), Daniel Jositsch (Ps), Matthias Michel e Damian Müller (Plr) visiteranno domani la sede del Consiglio di sicurezza dell'Onu, a cui la Svizzera si è candidata per il biennio 2023-24. L'Udc ha presentato a inizio settimana una mozione contro la candidatura alla Commissione degli affari esteri, ricorda il quotidiano zurighese.
Comunque non è stato un ritardo voluto, assicura Chiesa al telefono con tio.ch/20minuti. «Ho fatto il check-in online e caricato tutti i documenti necessari nei giorni precedenti, compreso il tampone e il certificato di vaccinazione» spiega il consigliere agli Stati. Giunto al gate però il tempo era scaduto: «Abbiamo appena chiuso, spiacenti» si è sentito dire il deputato dal personale della United Airlines.
«Il mio errore è stato quello pensare che si sarebbe trattato di un imbarco veloce, visto le formalità online già espletate» racconta Chiesa. «Mi hanno proposto un volo per il giorno dopo, ma a quel punto la permanenza accorciata negli Stati Uniti, anche se piacevole a livello personale, mi è sembrata diventare alquanto irragionevole. Il costo rispetto al beneficio, a mio avviso, non tornava più. Ho preferito allora ridare la priorità a degli altri impegni commissionali, necessariamente accantonati, confermando la mia presenza a Berna».
Domani il presidente Udc condurrà l'audizione della ministra Sommaruga sui casi di molestie nella Ssr. «Questa visita informativa, organizzata ogni anno dalla commissione della politica estera, sarebbe certamente stata una bella esperienza sebbene non si tratti di una missione in cui si prenderanno delle decisioni per il nostro Paese. Fosse stato il caso avrei preso il volo seguente per Washington o ancora quest’oggi per New York. Ritengo che la Svizzera non debba candidarsi per un seggio nel consiglio di sicurezza dell’Onu, ciò comprometterebbe la nostra neutralità, ma di tutto questo se ne potrà discutere solo a Palazzo federale».