È quanto risponde il Consiglio di Stato alla petizione presentata nel 2019 da Giorgio Ghiringhelli
BELLINZONA - Raccolta di firme elettronica per iniziative e referendum cantonali? Non ancora, perlomeno finché non sarà stata presa una decisione in merito a livello federale. È quanto ha risposto il Consiglio di Stato a una petizione presentata nel gennaio 2019 dall'allora “guastafeste” Giorgio Ghiringhelli.
Per il promotore della proposta, si tratterebbe di uno strumento che faciliterebbe la raccolta delle firme, in particolare nell'attuale contesto in cui nei vari appuntamenti alle urne predomina il voto per corrispondenza. Il Cantone osserva, tuttavia, che «l'introduzione della possibilità di sottoscrivere in forma elettronica iniziative e referendum presuppone l'istituzione di un sistema d'identificazione elettronica del cittadino». Ma non sarebbe pensabile creare un sistema indipendente.
Inoltre, il Consiglio di Stato sottolinea anche che l'esito della votazione del 7 marzo 2021 relativo alla legge federale sui servizi d'identificazione elettronica (bocciata dal 64% dei cittadini) «lascia trasparire un certo scetticismo nella popolazione».
Fatto sta che la questione viene attualmente affrontata a livello federale, a seguito di un postulato della Commissione delle istituzioni politiche in seno al Consiglio Nazionale: il postulato chiede d'incaricare il Governo federale di stilare un rapporto concernete la raccolta elettronica delle firme che ne illustri in particolare le implicazioni sotto il profilo istituzionale e le possibili ricadute sul sistema politico della Svizzera.