Non ci sono solo vaccinati e no vax. L'esperto Alessandro Diana: «Aiutiamo chi ha dubbi e indecisioni».
Tra i timori più grandi quello di sviluppare effetti collaterali sul medio o lungo termine. Lo specialista tranquillizza: «Eventuali reazioni gravi subentrano a 4-8 settimane dalla seconda iniezione».
BELLINZONA - Il mondo non è solo bianco o solo nero. Non ci sono solo i vaccinati e i no vax. Ci sono ancora diverse persone che del vaccino anti Covid hanno paura. Tamara, madre di due figli adolescenti, è tra queste. «Sono girate tante voci in questi mesi – ammette –. Io non so quali effetti può avere questo vaccino sulla mia salute tra 3 o 4 anni. Ho dei timori e nessuno finora me li ha tolti. Come faccio, con queste premesse, a pretendere che i miei figli si vaccinino?»
Arriverà il modello 2G? – Sembrerebbe prospettarsi un inverno complicato per chi non si vaccina. C'è chi propone d'introdurre il modello austriaco del 2G, col Certificato Covid rilasciato solo a chi è vaccinato o guarito. Gli altri finirebbero tutti in una specie di mini lockdown. «Sono molto preoccupato – sostiene il 73enne Claudio –. Ho paura che il vaccino mi provochi effetti collaterali. Non nell'immediato, bensì sul medio termine. Finora sono andato avanti a tamponi. Ultimamente li pagavo di tasca mia, tre a settimana».
Dubbi che ci stanno – «L'esitazione vaccinale è completamente legittima – sostiene il vaccinologo Alessandro Diana –. Bisogna dare credito a ogni dubbio. Una persona che esita è una persona che non ha ottenuto rassicurazioni. Su 10 non vaccinati sappiamo che circa solo 2 sono no vax. Gli altri hanno dei timori. E uno di quelli più frequenti è proprio legato ai possibili effetti a medio o lungo termine. Finora non si è fatto abbastanza per dare serenità a queste persone. Le paure fanno parte dell'essere umano. Non va demonizzato chi ha paura. Bisogna sostenerlo e aiutarlo a chiarire i dubbi. Il medico di famiglia può fare molto in tal senso».
Farmacisti uniti – Di recente anche i farmacisti ticinesi si sono organizzati per fornire un maggiore servizio di prossimità ai cittadini timorosi. Giovan Maria Zanini, farmacista cantonale, spiega: «Proprio per dare una risposta a tutte le persone che hanno ancora dubbi, abbiamo voluto puntare molto sulla consulenza individuale e personalizzata sia attraverso la hotline cantonale, sia attraverso le farmacie. Proprio negli scorsi giorni ha avuto luogo una serata di formazione con 536 partecipanti fra farmacisti e assistenti. Queste persone nelle prossime settimane saranno a disposizione dei cittadini».
Chiarezza – Il farmacista cantonale aggiunge: «Per noi è chiaro che il vaccino non è del tutto innocuo: seppur rari, effetti collaterali esistono. In un mondo ideale, nel quale non esiste il rischio di infettarsi o trasmettere il virus, non ci vaccineremmo. Ma nella situazione attuale, in cui il virus si diffonde velocemente, occorre valutare da una parte i rischi legati alla vaccinazione e quelli legati alla malattia, e dall’altra i benefici derivati dalla vaccinazione».
«Poco plausibile avere problemi tra 2 o 3 anni» – «Sappiamo che i possibili effetti collaterali dei vaccini sono comunque rari – rassicura Diana –. E possono subentrare quando il sistema immunitario è stato attivato dal vaccino stesso. Vale a dire entro 4-8 settimane al massimo dall'iniezione. È davvero poco plausibile che subentrino problemi dopo due o tre anni. Anzi. Le proiezioni ci dicono che la terza dose già non crea più disturbi a chi ha superato bene le prime due».
Lacune – Siamo nel pieno della settimana nazionale dedicata alla vaccinazione. Lo specialista è comunque piuttosto deluso dalle autorità sanitarie. «Negli scorsi mesi al posto di inventarsi premi per chi convinceva l'amico a vaccinarsi, avrebbero dovuto offrire la possibilità di fare un test sierologico a tutti. In questo modo le persone in cui venivano trovati gli anticorpi perché erano entrate in contatto col virus avrebbero potuto vaccinarsi solo con una dose. Mentre quelli senza anticorpi avrebbero potuto riflettere decisamente meglio sull'eventualità di farsi vaccinare. Sarebbe stato un modo anche per dare consapevolezza al cittadino. Per renderlo cosciente del fatto che la malattia comunque comporta dei pericoli. Perché se è vero che ci sono piccoli rischi nella vaccinazione, è anche vero che ci sono grandi rischi nel contrarre la variante Delta».
Una nuova opportunità – Su questo punto, il farmacista cantonale tiene ad aggiungere che «nell’ambito dell’applicazione delle nuove disposizioni federali sui test sierologici (che in caso di positività permetteranno di ottenere un Certificato Covid svizzero della validità di tre mesi), si stanno portando avanti delle riflessioni proprio per promuovere questo genere di test nelle persone non vaccinate. Siamo infatti anche noi convinti che potranno portare una maggiore consapevolezza e fornire un elemento in più per mettere queste persone nella condizione di scegliere se farsi o meno vaccinare».