Il progetto pilota vuole migliorare il servizio al cittadino e all’economia grazie alla creazione di una filiera.
Norman Gobbi: «La digitalizzazione è un cambiamento culturale e non possiamo fermarci». Frida Andreotti: «Una giustizia più efficiente e vicina ai cittadini».
BELLINZONA - Gli archivi notarili come li conosciamo - con metri e metri cubi di fogli di carta stipati nei classici faldoni - hanno i giorni contati. La giustizia ticinese, partendo dallo stimolo dato dal Tribunale federale e in parte dalla pandemia, ha infatti deciso di rinnovarsi, puntando sul digitale. Un progetto, quello della digitalizzazione della giustizia, già avviato dalla Confederazione con "Justitia 4.0" che coinvolge diversi cantoni tra cui il Ticino e che oggi il Dipartimento delle Istituzioni ha presentato in una conferenza stampa da Bellinzona. Nel nostro Cantone un progetto pilota, licenziato dal Governo lo scorso 10 novembre, coinvolge il settore notarile. «Un progetto - ha precisato il direttore Norman Gobbi - che vuole migliorare il servizio al cittadino e all’economia grazie alla creazione della filiera notarile digitale».
Efficienza e vicinanza - La digitalizzazione della Giustizia sta infatti vivendo una forte accelerazione con il progetto nazionale “Justitia 4.0”. «L'obiettivo principale - ha sottolineato Frida Andreotti, Direttrice della Divisione della giustizia - è quello di digitalizzare la giustizia svizzera per renderla più efficiente e vicina ai cittadini. E per ridurre le tempistiche».
Migliaia di persone coinvolte - La Giustizia digitale, la cui entrata in vigore è prevista nel 2026-2027, poggia concretamente sull’introduzione degli atti giudiziari elettronici e del dossier giudiziario elettronico, con un accesso e scambi sicuri con le Autorità giudiziarie attraverso il nuovo portale svizzero “Justitia.Swiss”. «La pandemia - ha continuato Andreotti - ha un po' rallentato questo importante progetto che interessa circa 25'000 persone in Svizzera (tra Tribunali, Ministeri pubblici, Avvocati, Autorità di esecuzione pene e misure) e 2'500 in Ticino».
Settore notarile come apripista - Nel contesto di questa rivoluzione nella Giustizia, il DI ha presentato oggi la digitalizzazione del settore notarile che funge un po' da apripista per gli altri. «È un passo in avanti in un settore antico», ha ricordato Gobbi, cedendo la parola al Capo della sezione dei registri Simone Albisetti. Il funzionario ha dapprima spiegato come verrà effettuata la digitalizzazione del settore notarile. Nello specifico vi sarà l’introduzione dell’autentica elettronica di firma e della certificazione elettronica di una copia di un documento, l’allestimento di copie autentiche in forma elettronica certificata e la realizzazione dell’archivio notarile elettronico con conseguente archiviazione digitale degli atti.
La carta viene pensionata - «Il servizio notarile - ha precisato Albisetti - viene digitalizzato dall'Alfa all'Omega. Metri e metri cubi di carta verranno digitalizzate e smaltite. In tutto questo vi sarà il coinvolgimento attivo di 400 notai iscritti all'albo». Un cambiamento di paradigma che stravolge un po' un mondo che resta immobile dal 1803. «La carta da regina del notaio perde un po' il suo ruolo», ha concluso Albisetti.
Vicinanza al cittadino - Il progetto è soprattutto teso a migliorare il servizio al cittadino e all’economia grazie alla creazione della filiera notarile digitale, con la sinergia tra l’Amministrazione cantonale e i notai, che costituisce un punto di partenza per ulteriori sviluppi della digitalizzazione nel settore. E ha coinvolto fin dall'inizio l'Ordine dei Notai Ticinesi. «L'obiettivo comune - ha precisato il Presidente Gianni Cattaneo - è quello di servire al meglio il pubblico. E oggi si vede che il pubblico ha più fretta. Ci sono nuove modalità di vita e lavoro. I contratti a distanza. Ed è quindi il momento giusto di mettere in piedi delle normative che vanno a rispondere a questo».
Immediatezza - Il mondo del notariato evolve e affronta le sfide che la digitalizzazione e l'economia digitale impongono. «La digitalizzazione è un cambiamento culturale», ha concluso Gobbi. Un cambiamento che dovrà avvenire anche all'interno dell'Amministrazione cantonale. «Non ci possiamo fermare. Bisogna essere sempre più performanti. I cittadini interagiscono sempre più in forma digitale e noi dobbiamo adeguarci».