I multi-milionari in Ticino hanno sentito il colpo del Covid. Chi più chi meno. Li abbiamo intervistati
Tarchini, Mantegazza, Siccardi: i grandi nomi dell'imprenditoria ticinese raccontano a tio.ch/20minuti la loro pandemia. Quanto hanno perso, come hanno reagito. E per il futuro c'è ottimismo
LUGANO - Ma è vero che i ricchi non piangono? In quasi due anni di pandemia, con l'economia mondiale in affanno e milioni di persone scivolate nella povertà, i patrimoni dei super-ricchi sono aumentati come non mai. Lo dicono indagini di Ubs e Pwc. Lo conferma la classifica di Bilanz, che l'anno scorso ha accolto due nuovi nomi tra i miliardari residenti in Svizzera.
E in Ticino? - Ma come se la passano i paperoni che vivono nel nostro cantone? Tio.ch/20minuti ha intervistato alcuni di loro, per capire se e quanto hanno patito - finanziariamente - per il virus, e come hanno reagito. Ne emerge un quadro di alti e bassi, con grosse differenze in base ai settori economici (nei prossimi giorni pubblicheremo le singole interviste). Tutti - va detto - cadono in piedi. E sembrano accomunati da un certo ottimismo, nonostante perdite anche molto ingenti.
La classifica - Sullo sfondo c'è l'imprescindibile indagine 2020 di Bilanz. In cima alla classifica resta la famiglia Perfetti, dinastia di imprenditori milanesi trapiantati a Bioggio, con un patrimonio di 5,5 miliardi: il colosso dei dolciumi Perfetti Van Mellen ha fatturato 300 milioni in più (2,65 miliardi) nel primo anno di pandemia. Secondi sul podio gli eredi Thyssen Bornemisza restano stabili a 3,2 miliardi.
La moda soffre - È andata peggio a Ermenegildo Zegna (terzo: 2,2 miliardi) colpito dalla crisi del lusso. L'omonimo marchio di moda maschile ha subito un calo del 20 per cento di fatturato l'anno scorso, tornando vicino ai livelli pre-pandemia questo autunno. Il patron ha dichiarato in un'intervista di attendersi «un pieno recupero» solo l'anno prossimo.
Mr. Foxtown reagisce - La chiusura delle boutiques ha intaccato anche il portafogli di Silvio Tarchini (fortuna stimata: 325 milioni). Il FoxTown di Mendrisio ha registrato una perdita di circa 50 milioni quest'anno. La "volpe" ha compensato rilanciando sul mattone, con l'ampliamento previsto dell'outlet a San Martino, un palazzo residenziale a Riva San Vitale e uno a Molino Nuovo: «Puntiamo su tagli piccoli e target alto» spiega a tio.ch/20minuti. «Anche le attività nel settore industriale, logistico e dei laboratori hanno retto bene».
Mantegazza: ripresa l'anno prossimo - Il mattone è una base solida anche per la famiglia Mantegazza (1,7 miliardi) che soffre per la volatilità del settore turistico. «Nel settore immobiliare la qualità continua a premiare. In Ticino abbiamo avviato nuovi progetti e rinnovamenti» spiega Mario Mantegazza. Il core-business rimangono però i viaggi, e il gruppo Globus «ha registrato tangibili segnali di ripresa per il 2022. Entro due anni dovremmo tornare ai livelli pre-Covid».
La Piazza lotta - Nemmeno la piazza finanziaria è immune al virus. Fidinam e il fondo Sterling hanno accusato un forte calo della cifra d'affari secondo Bilanz, a causa del congelamento degli investimenti. Il proprietario Tito Tettamanti (950 milioni) ha preferito non rilasciare commenti. La famiglia Cornaro (750 milioni) ha retto il colpo anche se Corner Bank è scivolata dal secondo al quarto posto nella lista delle più solide della Svizzera l'anno scorso.
Medacta regge il colpo - Dopo anni di crescita si è arrestata anche la corsa della Medacta di Castel San Pietro. La multinazionale dell'ortopedia ha sofferto per il blocco degli interventi medici causato dal Covid. Ma per la famiglia Siccardi (1,7 miliardi) è stato «più un guadagno ritardato che una perdita» spiega il capostipite Alberto. «Abbiamo continuato a produrre a regime pensando alla ripartenza, che c'è stata» a partire dall'estate.