Con l'escalation di Omicron è il momento di «pensare a garantire i servizi essenziali». Intervista a Giorgio Merlani
Il medico cantonale risponde alle critiche sulle code per i tamponi. «Si sono sommati diversi fattori a sfavore». Oggi e domani entrano in funzione i check-point di Faido e Mendrisio
BELLINZONA - I contagi corrono spinti da Omicron, e con essi le quarantene. Di classe, di famiglia. Nella vicina Italia il governo sta valutando di ridurle o addirittura annullarle: per evitare che le misure di contenimento portino a una paralisi del paese a gennaio. Anche in Ticino la questione è sul tavolo.
Il medico cantonale Giorgio Merlani non si sbilancia, ma a tio.ch/20minuti confessa che visti i numeri degli ultimi giorni «è evidente che con il rientro dalle vacanze e la riapertura delle scuole bisognerà pensare di trovare un nuovo equilibrio nelle misure» anche in Svizzera. Domani nella sua riunione settimanale lo Stato Maggiore di condotta «farà il punto della situazione anche sotto questo profilo».
Niente di certo, i giochi sono aperti. Ma oltre alla situazione degli ospedali, gli addetti ai lavori stanno iniziando a pensare alla «necessità di mantenere i servizi di base nelle prossime settimane e mesi» in Ticino. «È un tema nuovo e va discusso. Dobbiamo anzitutto capire cosa si aspetta da noi la Confederazione: dobbiamo passare da una fase di contenimento a una di mitigazione? E come la gestiamo?».
In sostanza, mentre i contagi dilagano le quarantene rischiano di «coinvolgere nel prossimo periodo il 10 per cento della popolazione ticinese e questo avrebbe conseguenze per tutti» spiega Merlani. «In quarantena può finire l'insegnante, il panettiere, il poliziotto, il conducente del bus. I servizi essenziali devono comunque essere garantiti». Senza dimenticare che «almeno per ora l'aumento dei contagi non ha portato a un aumento dei ricoveri» osserva il medico cantonale.
Il problema riguarda anche il settore sanitario, e lo si è visto durante le Feste quando «una parte degli operatori non ha potuto lavorare proprio perché bloccata a casa» spiega Merlani. E qui approfitta per rispondere alle critiche per le lunghe code per farsi testare a Natale e Santo Stefano. «Criticare è facile, ma bisogna considerare che siamo stati confrontati con una somma di fattori sfavorevoli. L'esplosione di contagi, la chiusura di molte farmacie e studi medici, le quarantene appunto».
La priorità, conclude Merlani, «è permettere ai sintomatici di sottoporsi a un test ed è proprio per questo che avevamo già provveduto a potenziare i check-point», sia delle linee di test già attive a Bellinzona e Lugano, sia con le nuove aperture all’ospedale di Faido da oggi e da domani a Mendrisio.