Con l'episodio avvenuto negli ultimi due giorni all'ex Macello, sono apparse delle scritte su pareti in Italia
LUGANO - La rioccupazione dell'ex Macello di Lugano da parte dell'autogestione è durata poco più di ventiquattro ore. E ha avuto una grande risonanza mediatica.
Ma l'episodio, avvenuto tra il 29 e il 30 dicembre, è stato seguito anche al di fuori dei confini nazionali. Tanto che c'è chi ha manifestato la propria solidarietà imbrattando pareti con messaggi a favore del Molino.
Lo si evince dal canale informativo Telegram del CSOA Il Molino, su cui sono state pubblicate foto di una scritta apparsa su un muro del consolato svizzero a Firenze: «Il Molino è ovunque» si legge. E ancora: «Borradori non corre più». Altrove, su una parete di Saronno, qualcuno ha invece scritto «Molino: rioccupazione piccante».
La rioccupazione - Tutto è successo, lo ricordiamo, negli ultimi due giorni. Per sabato l'autogestione aveva annunciato un presidio solidale in Viale Cassarate, con l'intenzione di riprendere possesso di spazi nel sedime dell'ex Macello. Una situazione che in serata è sfociata in uno scontro con la polizia. E che è poi terminata il giorno successivo, dapprima con lo sgombero e poi - nel pomeriggio - con l'ultima manifestante che è scesa dal tetto dello stabile.
Ecco i blocchi di cemento - Nelle scorse ore la Città ha inoltre fatto installare dei blocchi di cemento agli ingressi del sedime, in modo da rendere più difficile l'accesso.