Senza neve il Ticino scopre di avere un'attrazione capace di smuovere frotte di visitatori
Meravigliato del viavai anche il direttore del bacino idroelettrico: «Ma tanto interesse non è d'intralcio al cantiere. Invito però alla massima prudenza gli escursionisti che scendono per avvicinarsi alla base della diga»
CONTRA - Arrivano dall’Italia, dalla Svizzera tedesca, alcuni anche dalla Germania e dall’Olanda. Giungono in Ticino non soltanto, ma anche per affacciarsi sul grande vuoto lasciato dallo svuotamento della diga della Verzasca. Una marea umana che, in questi giorni, complice anche il bel tempo, ha prosciugato la disponibilità dei due parcheggi vicini allo sbarramento di Contra che sono costantemente occupati dalle auto dei visitatori. Trovare un “buco” spesso può rivelarsi un’impresa.
Un afflusso che stupisce - I primi ad essere meravigliati dal viavai di turisti sono i responsabili della società che gestisce il bacino idroelettrico e sovrintende al risanamento dell’opera entrata in funzione nel 1965 (e spurgata l'ultima volta nel 1996). «Siamo stupiti anche noi dall’interesse che sta suscitando questo cantiere - commenta il direttore della Verzasca SA, Andrea Papina -. Non ci aspettavamo un tale afflusso di visitatori. Ma diversi media, anche in Svizzera interna, hanno riferito dello svuotamento della diga e questo ha contribuito ad accrescere l’interesse».
Nessun intralcio ai lavori - Tanti “umarell” affacciati sul cantiere non sembrano peraltro infastidire gli addetti ai lavori. «Questo interesse non ci dà fastidio, perché non è assolutamente d’intralcio. A titolo di paragone sono i numeri che abbiamo di solito d’estate o nel periodo di Pasqua» aggiunge il direttore della Verzasca SA.
Toccare il fondale - In più ci sono i turisti che non si limitano ad ammirare l’invaso, ma esplorano a piedi le vie percorribili di quello che normalmente è il fondale del lago di Vogorno. Osservate dall’alto del coronamento della diga, queste figurine umane che si aggirano lente sulla vecchia strada della Valle Verzasca, in un paesaggio brullo e fangoso, possono ricordare i dannati di un girone dantesco. Qualcuno raccoglie vecchi legni lavorati dall'acqua, altri tramutano i sassi in souvenir, tutti a modo loro contribuiscono a ripulire, si fa per dire, il bacino.
L'invito ad essere prudenti - A tal proposito il direttore Papina coglie l’occasione per sensibilizzare chi si vuole recare a visitare tali aree. «Chi scende è come un escursionista che decide di percorrere, a proprio rischio e pericolo, una via alpina, un sentiero blu di montagna. Non è di nostra competenza vietarlo, ma a titolo generale invitiamo queste persone che si vogliono avvicinare alla base del bacino a prestare la massima prudenza ed attenzione».
Vietati i droni, ma qualche turista... - Un divieto in realtà esiste, ed è ribadito da un cartello sul coronamento della diga. Sul bacino di Contra è proibito l'utilizzo di droni. In realtà, tra i turisti, qualcuno che infrange la proibizione c’è. La voglia di fotografare o filmare lo spettacolo è irresistibile… «La diga rientra in una “no fly zone” non per decisione nostra - sottolinea il direttore -, ma è lo stesso Ufficio dell’aviazione civile ad aver stabilito tale divieto perché la zona rientra nel raggio dell’aeroporto di Magadino». Oltre alla ragione ufficiale, il direttore ricorda che lo scorso anno proprio in Valle Verzasca c’era stato uno scontro tra un drone e un elicottero. «In più ci sono dei collaboratori presenti sul cantiere e la caduta di uno di questi oggetti potrebbe rappresentare un pericolo. Invito tutti a rispettare il divieto».
Preoccupa la poca neve - L’attrazione turistica di Contra durerà comunque ancora diversi mesi. I lavori di risanamento procedono spediti, secondo la tabella di marcia. A febbraio l’invaso sarà completamente svuotato. Per il riempimento invece, conclude il direttore della Verzasca SA, «dipenderà molto dalla meteo. Le temperature miti e la mancanza di precipitazioni di questi giorni possono favorire i lavori sul cantiere, ma se non ci sarà neve sulle montagne occorrerâ più tempo per riempire nuovamente la diga. Non si può prevedere oggi una data precisa, ma ciò avverrà a fine primavera».