Sono 250 in Ticino i centri test Covid. Troppi per consentire controlli sistematici sulle procedure
Il Cantone è intervenuto con una ventina di richiami. Ma nessuna chiusura. Zanini: «Abbassati alcuni standard, ma non quello della sicurezza»
LUGANO - Farmacie, studi medici, strutture mobili, "botteghini" installati fuori da discoteche o stadi di calcio. Con la nuova ondata di Omicron i test-point sono tornati a moltiplicarsi, e non sempre hanno le carte in regola. Decine di strutture fuori norma sono state chiuse in otto cantoni oltre Gottardo (12 solo in Argovia), ha riferito domenica la SonntagsZeitung. In Ticino i centri test al momento sono circa 250 e non sempre possono essere "testati" a dovere.
Scarsa igiene, mancata separazione tra le postazioni di test, protezioni inadeguate: sono diverse le segnalazioni di irregolarità (vere o presunte) inoltrate al Dss dai ticinesi che nelle scorse settimane si sono messi in fila per il tampone. «Dubbi e informazioni da parte della popolazione sono sempre i benvenuti» spiega il farmacista cantonale Gian Maria Zanini. «Non sempre però le critiche sono pertinenti, e purtroppo non è possibile effettuare controlli sistematici in questo momento».
Finora sono una ventina le strutture in cui il Cantone è intervenuto. A nessuna è stato ritirato il permesso, ma è stata imposta la correzione di alcune procedure. «Ci sono delle situazioni che oggi vengono accettate per poter mantenere una capacità di test adeguata. I requisiti attuali di tipo logistico - ammette Zanini - sono più bassi di quelli che avremmo chiesto in una situazione non di emergenza. Ma non facciamo sconti dal profilo della sicurezza e della qualità della prestazione».
In una struttura del Luganese, ad esempio, una segnalazione inoltrata a tio.ch/20minuti riferisce di tamponi smaltiti in un sacco rosso dei rifiuti, e di una "tenda da doccia" utilizzata come separé. «Ci riserviamo di svolgere le opportune verifiche - spiega Zanini – e nel caso chiederemo i necessari correttivi». La struttura sarà oggetto di verifica nei prossimi giorni.
Con la campagna vaccinale in corso, per le autorità sanitarie «non è possibile in questa fase effettuare sopralluoghi preventivi in tutte le strutture, che vengono autorizzate sulla base di documentazione anche fotografica» inviata al Cantone. Queste devono «comunque dimostrare di essere gestite da professionisti e personale formato» conclude Zanini. «Da questo punto di vista finora non abbiamo riscontrato irregolarità», a differenza di altri cantoni.