Costi logistici. Rincaro delle materie prime e degli imballaggi. Sono le variabili in gioco
Coop e Migros parlano dell'attuale rincaro dei prezzi d'acquisto e delle cause collegabili sia alla pandemia sia ai fenomeni atmosferici che sempre di più incidono sui raccolti
LUGANO - Spicca perché eravamo abituati, ormai da un paio d’anni, alle ondate di ribassi che sono riuscite a contrastare efficacemente anche il turismo della spesa oltreconfine. Questa settimana però Coop, con un’operazione di totale e piena trasparenza, ha annunciato sul proprio organo Cooperazione un “adeguamento prezzi” per diversi prodotti. Gli aumenti, tra gli esempi citati, oscillano attorno al 5-7% per la pasta e tra il 7-14% per alcune marche di olio extra vergine d’oliva.
La pandemia entra nel carrello - La causa va cercata nelle emergenze che colpiscono oggi il mondo, dalla pandemia agli eventi climatici sempre più estremi. È quanto apprendiamo dalla stessa Coop e da Migros, perché anche l’altra catena di grande distribuzione è giornalmente impegnata in un braccio di ferro con i fornitori. A monte, come spiega il portavoce di Coop, Nico Nabholz, «c’è l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei costi di trasporto. Costi che soprattutto per i prodotti provenienti dall’Asia sono oggi generalmente più alti e anche i materiali d’imballaggio sono diventati più costosi». Per quanto riguarda l’alimentare, continua Nabholz, «i prezzi d’acquisto della semola di grano duro e del caffè, tra gli altri, sono cresciuti a causa del cattivo raccolto e dell’aumento della domanda».
Le cause portano in Canada - Sulla stessa barca si trova anche Migros. «I rincari dei prezzi d’acquisto hanno origini diverse - spiega Luca Corti, responsabile Comunicazione di Migros, citando anche lui i costi logistici, d’imballaggio e la penuria di materie prime -. Gli aumenti riguardano maggiormente i prodotti lavorati, quindi gli assortimenti Food e Near-/Non-Food, e meno tutto il settore del fresco (più dipendente invece dalla meteo)». Quali esempi emblematici, Corti cita la pasta a grano duro, ad esempio gli spaghetti, dove «i cereali subiscono ora gli effetti di un’estate molto secca e calda nella regione del Manitoba-Canada, in sostanza nel “granaio mondiale”, che ha portato a raccolti molto ridotti con conseguente aumento dei prezzi». A questi rincari delle materie prime, prosegue, «si aggiungono quelli legati al Covid. La pandemia globale incide infatti da tempo su costi logistici (trasporti) e d’imballaggio (carta, cartone e polimeri plastici sono ad esempio meno facilmente reperibili e costano di più)».
L'ultima ratio - Il riversamento sul consumatore di questi costi d’acquisto è per entrambi, sia Coop sia Migros, l’ultima ratio. «Ci impegnano a praticare prezzi equi e orientati al mercato per i nostri clienti. Come sempre, comunichiamo ogni aumento di prezzo in modo trasparente nel nostro giornale» spiega il portavoce di Coop. «La Cooperativa Migros Ticino - gli fa eco Corti - di principio assorbe interamente i rincari temporanei dei prezzi d’acquisto, senza procedere ad aumenti generalizzati del prezzo finale. In alcuni casi però è impossibile farlo e quindi si cerca di aumentate minimamente e ragionevolmente il prezzo di vendita».