La marea di contagi ha ingolfato il Contact Tracing, la testimonianza di chi è stato avvisato quando era ormai guarito
Lo sfogo: «Con questa tempistica una comunicazione del genere è priva di senso. Occorrerebbe potenziare il servizio»
BELLINZONA - Da avamposto per il tracciamento e, quindi, il contenimento del virus, a servizio di raccolta dati e informazioni sui contagiati ormai guariti. L’esplosione degli infetti continua a ingolfare la Cellula di Contact Tracing Covid19. Sì, ma di quanto?
Il caso capitato l'altro ieri, martedì 18, a un cittadino di Lugano ne traccia la misura: «Verso le 16.30 ho ricevuto una telefonata da un’operatrice che mi chiedeva se ero guarito e come stavano i miei familiari» racconta l’uomo. Una ventina di minuto dopo, alle 16.49, una email, sempre dal servizio di Contact Tracing, gli inoltra “le istruzioni per l’auto isolamento che per Lei si protrarrà fino all’11.01.2022, compreso, ammesso che siano scomparsi i sintomi da almeno 48 ore”.
Cittadino responsabile - L’aspetto surreale è che il nostro interlocutore dal 10 gennaio, da più di una settimana quindi, risulta ufficialmente guarito: «Il 1. gennaio - racconta - ho avuto la conferma dal tampone che ero positivo e mi sono messo in auto isolamento da solo. Ho interrotto i contatti con mia moglie e con mia madre anziana che si sottopone regolarmente a dialisi e quindi è persona a rischio. Mi sarei aspettato di ricevere la chiamata dal Contact Tracing nei primi giorni dell’anno…». Di confortante c’è che le misure prese autonomamente dal cittadino si sono rivelate efficaci: «I miei famigliari si sono sottoposti a tampone, ma nessuno di loro è risultato positivo. Attorno al 5 gennaio io stesso ho iniziato a star meglio e il giorno 10 il tampone mi ha confermato che il virus era debellato».
Fa senso - Tutto bene, quindi. A parte la perplessità innescata dalla telefonata e dall’email ricevute ieri. «Con questa tempistica - osserva il cittadino - una comunicazione del genere è priva di senso. Fatta solo, ed è questa l’impressione che ne ricavo, per poter dire di aver svolto il compito». Non è proprio così. E qui recuperiamo le parole del medico cantonale Giorgio Merlani che, in conferenza stampa, nel chiedere pazienza ai cittadini per il ritardo del tracciamento aveva anche spiegato il senso di «un’attività di recupero finalizzata all’invio dei documenti necessari, soprattutto dal punto di vista lavorativo».
«Perché non potenziano?» - Ma proprio per questo la critica del cittadino non è rivolta a chi al fronte si impegna giornalmente contro la raffica dei contagi: «Ho voluto raccontare la mia vicenda, affinché le autorità siano consapevoli che occorrerebbe potenziare il servizio di Contact Tracing. C’è la Protezione Civile, ci sono disoccupati e persone a carico dell’assistenza… Forze da impiegare non mancherebbero. Ma una email che mi impone l’isolamento con settimane di ritardo è grottesca».