L'integrazione è pienamente riuscita e da quest'anno la cardiologia dell'Ente sarà gestita totalmente dal Cardiocentro.
Martinetti: «Abbiamo portato a compimento il progetto di Cardiologia cantonale. Il Cardiocentro sarà al vertice di una rete che copre l’intero territorio, garantendo un’ottimale, efficiente e qualificata presa in carico di tutti i pazienti con patologie cardiache»
BELLINZONA - Prima che il dilagare della pandemia costringesse tutti a un radicale cambio di prospettiva rispetto alle priorità e al concetto stesso di rischio riferito alla salute pubblica, il tema centrale della sanità ticinese era senza dubbio il passaggio del Cardiocentro sotto il controllo dell’Ente Ospedaliero Cantonale, passaggio che avrebbe avuto piena attuazione con l’inizio del 2021.
«Piena soddisfazione» - Di fronte alla preoccupazione diffusa legata a un presunto rischio di “statalizzazione” del Cardiocentro, condizione da alcuni ritenuta sinonimo e premessa di una sua perdita d'identità e l’inizio di un inevitabile declino, il Consiglio di Amministrazione e la Direzione Generale dell’EOC si assunsero l’impegno di promuovere momenti di confronto e di verifica, sia con il personale dell’istituto sia con la popolazione del Ticino, ribadendo la volontà di tutelare e valorizzare a tutti i livelli il Cardiocentro. A distanza di un anno, i vertici dell’EOC e dell’Istituto Cardiocentro Ticino esprimono «piena soddisfazione» per il lavoro svolto congiuntamente, fanno il punto sul processo d'integrazione ancora in corso e indicano gli obiettivi e i principali impegni per l’immediato futuro.
Pandemia come accelerante - «Certo è stato un anno difficile – esordisce Massimo Manserra, Direttore dell’Istituto Cardiocentro Ticino – ma paradossalmente la pandemia ha facilitato e accelerato il processo d'integrazione. Di fronte all’emergenza e alla necessità di fare fronte comune, ogni residuale diffidenza e incomprensione è stata subito spazzata via e una piena, fattiva collaborazione si è naturalmente imposta».
Lo "stile Cardiocentro" - «Il personale del Cardiocentro – continua Manserra – ha vissuto positivamente il processo d'integrazione, cogliendo lo spirito costruttivo della nuova gestione, rispettosa della nostra identità e, mi si perdoni l’espressione forse un po’ azzardata in tempi di pandemia, anche ben contenta di lasciarsi contagiare dallo "stile Cardiocentro", quel dinamismo e quel senso di appartenenza che rappresentano il lascito più prezioso della nostra storia. L’integrazione procede insomma in un clima di piena collaborazione da parte di tutti, compresi ovviamente i diversi servizi EOC coinvolti, e questo ha consentito di completare con successo alcuni passaggi necessari e delicati. So che può sembrare semplice, ma anche solo l’integrazione della telefonia e della posta elettronica è una faccenda tutt’altro che banale, in una realtà ospedaliera: abbiamo cambiato numeri di telefono e indirizzi email senza creare disservizi e disagi ai pazienti, e lo considero un successo, il risultato – ma vale anche per le cartelle cliniche, le piattaforme informatiche e i sistemi gestionali – di un lavoro dietro le quinte svolto con grande professionalità ed efficienza».
Ampliamento - Anche sul fronte degli investimenti e della pianificazione strategica, dove i buoni propositi si misurano nel concreto dei fatti e dei numeri, il bilancio di questi 12 mesi d'Istituto Cardiocentro Ticino - EOC può dirsi del tutto soddisfacente. «Sullo sfondo – assicura il Direttore Generale dell’EOC Glauco Martinetti – c’è l’attuazione del progetto già approvato di sopraelevazione dell’edificio del Cardiocentro, un ampliamento necessario per consentire lo sviluppo del Cardio anche in funzione delle sue sempre più importanti responsabilità accademiche. Il cantiere partirà nel 2023, ma la macchina ha già acceso i motori e come Direzione Generale abbiamo confermato l’impegno per un investimento che sarà di circa 15-17 milioni di franchi. Abbiamo poi dato pieno sostegno ai programmi di aggiornamento tecnologico pianificati dalla direzione del Cardiocentro, con un investimento di circa 2,5 milioni di franchi per la nuova, modernissima sala operatoria ibrida, inaugurata lo scorso 11 novembre, e abbiamo a bilancio circa due milioni di franchi destinati al completo rinnovamento di due sale di cardiologia interventistica, in programma quest’anno».
Modernizzazione - Lavori in corso anche in una prospettiva di modernizzazione dell’offerta clinica, obiettivo della prossima riorganizzazione dei servizi ambulatoriali, per una migliore e più efficiente presa in carico del paziente ambulante in un rapporto di sempre migliore collaborazione con la medicina del territorio e con i medici di famiglia. Il Cardio dei prossimi anni offrirà dunque ancora più medicina ambulatoriale, a completa soddisfazione dei pazienti della Svizzera Italiana.
Il vertice di una rete cantonale - «La novità più importante in questo inizio 2022 – conclude Martinetti –, è però l’unificazione dei servizi di cardiologia di tutti gli ospedali dell’Ente, e dunque della Cardiologia del San Giovanni di Bellinzona, della Carità di Locarno, del Civico e dell’Italiano di Lugano e del Beata Vergine di Mendrisio, sotto la direzione e la responsabilità clinica diretta del Cardiocentro. Abbiamo portato a compimento, in tempi brevi e difficili per le ragioni che conosciamo, il progetto di Cardiologia cantonale, con il Cardiocentro al vertice di una rete che copre l’intero territorio garantendo un’ottimale, efficiente e qualificata presa in carico di tutti i pazienti con patologie cardiache».
Sanità ticinese in crescita - Insomma, nella sua nuova stagione e nella sua nuova identità pubblica il Cardiocentro integrato nell’EOC si è di fatto ingrandito, sfruttando al meglio le sinergie offerte dall’intero ventaglio delle specializzazioni dell’Ente e accorpandone alcuni servizi. Lavori in corso, ma l’obiettivo e l’impegno di tutti restano la valorizzazione e lo sviluppo del Cardiocentro in un quadro di crescita complessiva della sanità ticinese a vantaggio dei pazienti.