Chi è, che lavoro fa, cosa ha votato e perché non vuole votare più. Lo studio dell'Università di Losanna
Il politologo Oscar Mazzoleni: «La Lega è il partito più colpito. Impatto record negli ultimi cento anni»
BELLINZONA - Impiegato, operaio. Ha un apprendistato o è in formazione, più di rado una laurea. È poco o nulla soddisfatto della propria situazione economica. L'ultima volta che lo ha fatto, ha votato la Lega o comunque a destra. Ma ora è deluso e non si fida più di nessuno.
È l'identikit dell'astensionista ticinese, tracciato dall'Osservatorio della politica regionale dell'Università di Losanna, in un'indagine post-elettorale che ha coinvolto 1427 cittadini in vista delle prossime elezioni cantonali del 2023.
L'astensionismo, hanno sottolineato oggi i politologi Oscar Mazzoleni e Andrea Pilotti nella conferenza stampa di presentazione a Bellinzona, è emerso come protagonista durante le scorse elezioni del 2019. La quota di astensionisti è stata «la più elevata dal 1921» con un aumento del 3 per cento rispetto al 2015.
«Un astensionismo che non è stato per nulla frenato dal voto per corrispondenza agevolato, usato dal 90 per cento dei votanti» sottolinea lo studio. Gli astensionisti tendono ad essere soprattutto «cittadine e cittadini con un apprendistato o in formazione, ad esercitare un lavoro dipendente, persone poco o per nulla soddisfatte della propria situazione economica». Sono poco interessate alla politica e ritenevano di conoscere poco i candidati e i partiti. Per quanto riguarda l'età, i pensionati sono la categoria che più di frequente intende l'astensione come «protesta» nei confronti del sistema politico.
Ma l'astensionismo non ha colpito in ugual modo tutti i partiti. Nel 2019 si è astenuto «soprattutto chi si collocava a destra nel 2015 e in particolare chi aveva votato Lega» ha sottolineato Mazzoleni. I quattro seggi persi dal Movimento di via Monte Boglia in Parlamento «sono da imputare più all'astensione che al travaso a favore di altri partiti».
Il problema non ha toccato, sembrerebbe, gli altri partiti. «L'astensionismo non è un fattore neutro ma può colpire in modo mirato gli equilibri politici» ha ricordato il politologo. «Questo impone forse qualche riflessione in più anche in vista delle prossime elezioni cantonali».
Un altro fenomeno rilevante sono le schede senza intestazione di partito (Ssi). Introdotte nel 2007, sono arrivate a rappresentare il "secondo partito" con una percentuale di oltre il 19 per cento alle scorse cantonali. «Il profilo di chi ha fatto questa scelta è molto simile a quello dell'astensionista» ha osservato Pilotti. «In genere ha poca familiarità con i temi politici, è relativamente giovane ed esprime un giudizio negativo sulla situazione economica in Ticino». Oltre l'80 per cento di questi votanti «non si situano nella scala sinistra-destra».