Dopo il "ribaltone" di Berset, il Cantone si appresta a decidere sulle restrizioni negli ospedali e nelle scuole
Dss e Decs orientati alla prudenza. Marco Chiesa (Udc) critico sulla vaccinazione del personale sanitario
BELLINZONA - Berna si smarca sulle misure anti-Covid, e la palla torna in mano ai cantoni. Con regole diverse, in base alle diverse situazioni epidemiologiche. In Ticino cosa accadrà? Il direttore del Dss De Rosa ha dichiarato di preferire una strategia d'uscita «graduale». Gli allentamenti si preannunciano prudenti in particolare nelle strutture sanitarie, mentre dalle scuole potrebbero arrivare delle sorprese.
Un portavoce del Dipartimento della sanità e socialità ha confermato ieri alla Nzz am Sonntag che in futuro solo i lavoratori vaccinati saranno assunti negli ospedali pubblici in Ticino. L'Eoc aveva annunciato la decisione già a novembre, e non sembra che il recente cambio di rotta di Berset cambi le carte in tavola.
Il presidente dell'Udc Marco Chiesa, interpellato da 20 Minuten, è scettico sul provvedimento. «Obbligare indirettamente il personale sanitario a vaccinarsi non mi sembra una strategia efficace, perché anche i vaccinati possono trasmettere il virus». Il consigliere agli Stati luganese si dice piuttosto a favore di una strategia di test regolari.
Ma sul fatto che il Ticino possa «adottare autonomamente misure più severe rispetto a quelle federali» anche Chiesa concorda. «I Cantoni sono in grado di valutare al meglio quali misure sono necessarie nelle loro regioni». Michel Jordi, segretario della Conferenza dei direttori cantonali della sanità, sottolinea come i Cantoni sono stati finora responsabili delle misure «soprattutto nel settore della sanità e in quello dell'istruzione».
La Conferenza raccomanda ancora un po' di pazienza, prima di rimuovere la regola del 2G e l'obbligo delle mascherine, che «comunque verranno senz'altro messi in discussione nelle prossime settimane» secondo Jordi. Nelle scuole sta già accadendo: da oggi, lunedì, nei cantoni Vaud, Friburgo e Vallese gli allievi possono già recarsi nelle scuole primarie a volto scoperto. Ginevra attenderà invece fino al rientro dalle vacanze del 21 febbraio.
La Conferenza intercantonale dei direttori dell'istruzione della Svizzera occidentale (di cui fa parte anche il Ticino) ha deliberato di revocare «il più presto possibile» le misure nelle scuole dell'obbligo. Intanto però a Bellinzona continua il braccio di ferro tra il Decs e i genitori "dissidenti" sullo home-schooling. La protesta di una mamma contro le direttive dipartimentali, che vietano alle scuole di consegnare il materiale didattico (compiti ed esercizi) ai genitori che tengono i figli a casa, ha tenuto banco oggi su La Regione. Il consigliere comunale bellinzonese Luca Madonna (Lega) ha presentato un'interpellanza al riguardo al Municipio della Turrita, dove alcune scuole avrebbero scelto di disobbedire al Dipartimento.