Il regista Ken Loach è venuto a sapere del caso dei dipendenti ticinesi della Dpd
BELLINZONA - Dal Ticino all'Inghilterra. Ne ha fatta di strada, la notizia dei cinque autisti licenziati dal colosso delle spedizioni Dpd in Ticino. Il regista Ken Loach, da sempre impegnato in campo sindacale, è venuto a sapere dell'episodio denunciato dal sindacato Unia a inizio gennaio.
In un comunicato inviato al Forum Alternativo, il cineasta britannico ha espresso il suo «sostegno ai cinque lavoratori perseguitati» per la loro attività sindacale. «Tutti hanno diritto ad iscriversi a un sindacato, alle vacanze e a delle assenze pagate per malattie, e nessuno dovrebbe essere perseguitato per aver chiesto questi diritti».
Il regista invita i clienti dell'azienda a «boicottare Dpd finché i cinque lavoratori non verranno reintegrati». Un'azienda subappaltatrice di Dpd, ricordiamo, aveva licenziato nei mesi scorsi tutti i suoi autisti in Ticino, poi riassunti da una società di Zurigo ad eccezione dei lavoratori iscritti al sindacato.
Ken Loach, classe 1936, è stato premiato due volte con la Palma d'oro al Festival di Cannes (2006 e 2016), un Orso d'oro a Berlino (2014), un Leone d'oro alla carriera a Venezia (1994) e un Pardo d'onore a Locarno (2003). Figlio di operai, è noto per i suoi film di denuncia sociale (da "Poor Cow" a "Io, Daniel Blake") e per i suoi interventi pubblici su temi legati al mondo del lavoro. Vive a Bristol. È stato ospite del Festival di Locarno l'ultima volta nel 2016, per la presentazione del documentario "Versus" di Louise Osmond, a lui dedicato.