Un portavoce della polizia cantonale fa il punto della situazione sul rogo divampato 4 giorni fa sul Monte Gambarogno.
Le condizioni meteo avranno un ruolo fondamentale sull'evoluzione dell'incendio. Intanto le modalità di spegnimento sono un po' cambiate. I Canadair non dovrebbero essere utilizzati, mentre il grosso delle operazioni si svolgono a terra.
GAMBAROGNO - Sono ripresi questa mattina presto i lavori di spegnimento delle fiamme che da ormai quattro giorni stanno impegnando i pompieri sul Monte Gambarogno.
Non ancora sotto controllo - L'incendio, divampato nelle prime ore di domenica e alimentato negli scorsi giorni dal forte vento che ha spirato sul Ticino, non può però ancora dirsi «sotto controllo», stando a quanto precisato da un portavoce della polizia cantonale a Tio.ch / 20 minuti «Bisognerà vedere l'evoluzione della meteo», ha aggiunto.
Niente Canadair - Intanto, però, sono un po' cambiate le modalità riguardanti le operazioni di spegnimento dell'incendio. Secondo il portavoce, i due Canadair italiani, che ieri erano giunti a dar manforte agli elicotteri civili e ai Super Puma dell'esercito, non dovrebbero infatti più «essere utilizzati», almeno nella giornata odierna.
Lavoro mirato a terra - E l'App di monitoraggio Flightradar24 (vedi immagine sotto) conferma la loro assenza. A solcare i cieli sopra il rogo, infatti, restano solamente due elicotteri civili. Mentre il grosso delle operazioni di spegnimento si svolgerà a terra. «I pompieri stanno svolgendo un lavoro mirato per spegnere eventuali focolai», ci spiega ancora il portavoce, precisando che rispetto agli scorsi giorni «ci sono più persone sul terreno». «Anche i due elicotteri civili presenti - conclude - faranno un lavoro più mirato».
Decisiva la meteo - Insomma la lotta al fuoco continua. E molto, come detto, dipenderà dalle condizioni meteorologiche. Al momento Meteo Svizzera ha ridotto a due l'allerta riguardante il vento. Ma sono comunque previste raffiche che potrebbero toccare i cento chilometri orari e che potrebbero di nuovo alimentare i focolai.
Costretti lontano da casa - Gli sfollati, per ora, non possono ancora far rientro alle proprie abitazioni. In totale sono ancora quarantacinque le persone costrette a restare lontane dalle loro casa. Trentadue erano state sfollate nella notte tra domenica e lunedì da Indemini. Le restanti erano state fatte allontanare dalle loro abitazioni situate nelle frazioni di Ri, Pezze e Boè. Alcuni di loro hanno trovato un letto presso amici e conoscenti, altri hanno dovuto trasferirsi al centro della protezione civile a Quartino.