A Roveredo e a Chiasso i festeggiamenti ci saranno, seppure in forma ridotta. Ecco tutte le novità.
«Volevamo marcare presenza», spiega Riccardo Viaro membro di comitato del carnevale mesolcinese. Rammarico nella cittadina di confine. «Avremmo potuto salvare i cortei», dice il presidente Gazzani.
ROVEREDO / CHIASSO - Dietrofront. Il carnevale di Roveredo Grigioni si farà. A confermarlo è Riccardo Viaro, membro del comitato della Lingera. La data da segnare è quella di sabato 12 febbraio (in caso di cattivo tempo il 19). «Visto il discreto evolversi della pandemia – spiega Viaro –, abbiamo voluto comunque marcare presenza. Con un evento che si terrà completamente all'aria aperta».
Una bella giornata – L'appuntamento si svolgerà tra le 11 e le 20 sul tradizionale sedime della Lingera. «L'ingresso sarà gratuito. Per quanto riguarda la questione Covid, varrà la regola del 3G. Re Brenno Martignoni Polti aprirà le danze e in seguito ci sarà una maccheronata offerta a tutti. È previsto anche uno show delle guggen. Avremo musica su tutto l'arco della giornata con vari deejay».
Edizione numero 60 – Giochi, intrattenimento ma non solo. «Per gli anziani che si annunciano, sarà possibile ricevere il pranzo a domicilio. Vogliamo che il carnevale torni a essere di tutti». L'edizione 2022 sarà la numero 60 del prestigioso carnevale mesolcinese. «I grossi festeggiamenti li faremo l'anno prossimo. Ma era giusto fare qualcosa anche adesso».
A Chiasso si sogna "in grande" – Quello della Lingera non sarà l'unico carnevale a rispolverare un piano B. Basti pensare al Nebiopoli di Chiasso. «Sicuramente faremo qualcosa di simile alla Lingera – conferma Alessandro Gazzani, presidente del carnevale chiassese –, articolato su una sola giornata. Tutto è in fase di definizione. L'evento clou sarà sabato 26 febbraio dalle 11 a mezzanotte. Forse anche oltre. Non escludo che si possa andare magari su due giorni. Ne stiamo parlando. La manifestazione si svolgerà interamente all'aperto e col certificato 3G. L'idea che stiamo sviluppando in queste ore, qualora crollassero un po' di restrizioni, è quella di ragionare sul coinvolgimento dei bar di Chiasso per dare loro lavoro».
C'è un po' di amarezza per i cortei – Gazzani non nasconde però una certa amarezza: ««Ci sono due aspetti da considerare: quello delle serate al chiuso e quello dei cortei. Il primo è più "promiscuo" e rischioso per quanto riguarda gli assembramenti. Giusto evitare problemi dunque. I cortei però si fanno sempre all'aperto. Siamo stati "costretti" ad annullarli e ora che la situazione pandemica è migliorata abbiamo il rimpianto di non avere tenuto duro fino in fondo».
E altrove che si fa? Altri carnevali "più piccoli" si stanno già organizzando. Ma i big che faranno? Giovanni Capoferri, presidente del Rabadan, ribadisce: «Noi in questo periodo non faremo niente. Nemmeno in forma ridotta. Coi rappresentanti di altri carnevali stiamo valutando l'ipotesi di fare qualcosa in primavera. Vedremo». Gabriele Cirio, presidente del carnevale di Biasca, resta alla finestra: «Ovviamente qualcosa abbiamo in testa, ma aspettiamo il 16 febbraio per decidere. Le notizie che arriveranno dalla Confederazione saranno decisive». Livio Mazzucchelli, presidente del carnevale di Tesserete, si immagina un altro "anno sabbatico". «Stiamo a sentire cosa stabilirà Berna. Tuttavia non penso che cambieremo idea. Al massimo ci potrebbe scappare una piccola risottata».
A Bellinzona si pensa al RabaBar
Il Rabadan non ci sarà? Eppure c'è chi spera comunque di mandare in scena qualcosa legato al carnevale. È l'esercente Gianni Morici che ha inoltrato una particolare richiesta al Municipio: «Vorremmo fare il RabaBar. Un carnevale che coinvolge gli esercizi pubblici. Anche un po' per rilanciarci. Aspettiamo una risposta».