Unia e Ocst sulle accuse mosse dall'azienda: «Non abbiamo contattato fattorini e ristoranti. Una loro scelta andare via»
Quindi l'invito a riaprire le trattative: «Altrimenti ci vedremo costretti a continuare l’azione sindacale intrapresa»
LUGANO - Una cosa è certa, Divoora continua a far parlare di sé. Dopo le contestazioni dell'azienda di delivery mosse verso i contenuti della petizione lanciata a favore dei rider, Unia e Ocst hanno deciso di annullare l'appuntamento delle 14 di oggi che prevedeva la consegna delle firme raccolte. Va detto che più di 2200 persone hanno aderito, in una sola settimana, dando il loro appoggio ai fattorini e alle loro rivendicazioni.
«La consegna delle firme prevista oggi - sottolineano i sindacati in risposta a Divoora - voleva essere un ulteriore segnale indirizzato all’azienda. Purtroppo, anche questo invito è stato prontamente rimandato al mittente, con una presa di posizione inviata ai sindacati e ai media. Si è persa l’ennesima occasione per incontrarci e riaprire un dialogo costruttivo, preferendo trincerarsi dietro a minacce prive di fondamento e facile vittimismo».
Unia e Ocst ritengono «infondate» tutte le argomentazioni che l’azienda ha trasmesso nella sua presa di pozione. «In primo luogo - viene precisato -, ogni e qualsiasi rivendicazione presentata all’azienda è basata su problematiche ampiamente comprovate: disdette, contratti, e-mail, lettere, nonché molteplici testimonianze dirette dei rider. Per quanto riguarda “la proposta concreta” per i rider assunti a tempo pieno, è vero che per questa categoria erano stati proposti dei miglioramenti contrattuali. È però altrettanto vero che non esistono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B: tutti i dipendenti devono essere tutelati in egual maniera, questione che è stata chiarita fin da subito al tavolo delle trattative». «I Sindacati - si legge ancora nella replica - non vogliono e non possono firmare contratti o accordi vuoti, con il chiaro intento di salvaguardare unicamente una minima categoria di dipendenti, buttando nel vuoto la maggior parte dei lavoratori, che tra l’altro risultano quelli più precari».
Per quanto riguarda le accuse mosse dall'azienda di consegne a domicilio, Unia e Ocst puntualizzano: «È del tutto falso che si sia proceduto a contattare i ristoranti e i rider stessi, invitandoli a non più servirsi di Divoora. In presenza di un calo di clienti ed ordini, probabilmente sarebbe stato più utile fare una semplice autocritica. Viceversa, l’azienda ha puntato ancora una volta il dito verso gli altri. È questo il risultato di una politica manageriale miope, che preferisce scaricare le proprie responsabilità sui dipendenti e su chi li assiste, piuttosto che fare un minimo sforzo per trovare una soluzione condivisa, improntata sul rispetto del proprio personale e, non da ultimo, della legge sul lavoro».
Secondo i sindacati, sembra piuttosto probabile che i dipendenti si siano rivolti altrove per cercare lavoro. E lo stesso avrebbero fatto i ristoranti: «Vorranno evitare di servirsi di Divoora avendo acquisito la piena consapevolezza di sostenere un’azienda che non ha a cuore il benessere dei propri lavoratori».
Unia e Ocst invitano infine i dirigenti Divoora ad «assumersi finalmente le loro responsabilità riaprendo subito il tavolo delle trattative». «Se questo non avvenisse - concludono -, le parti sindacali si vedranno costrette a continuare l’azione sindacale intrapresa a seguito della rottura delle trattative e adiranno lei vie legali per tutelare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici».