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CANTONETicino primatista per la legionella: «Non c’è da preoccuparsi»

11.02.22 - 06:00
La specialista Valeria Gaia ci ha parlato di una malattia che negli ultimi decenni si è sempre più diffusa.
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Ticino primatista per la legionella: «Non c’è da preoccuparsi»
La specialista Valeria Gaia ci ha parlato di una malattia che negli ultimi decenni si è sempre più diffusa.
Un aumento che è (anche) dovuto a una maggior consapevolezza e a una miglior capacità a riconoscerla tra le altre patologie polmonari.

BELLINZONA - Qualche settimana fa l’Ufficio della sanità pubblica (Ufsp) aveva rivelato che il Ticino e il Moesano rappresentano degli hot spot per la legionellosi a livello nazionale

«Infezioni non preoccupano» - In Svizzera, il numero dei casi di questa malattia, un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella (per maggiori informazioni vedere il box), è più che raddoppiato negli ultimi dieci anni e ha toccato il suo apice nel 2018 con 567 infezioni.  Ma questa situazione, rilevata da uno studio dell’Istituto svizzero di salute pubblica e tropicale (Swiss TPH), deve allarmarci? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Valeria Gaia, Responsabile del Centro Nazionale di Referenza per Legionella all’EOC. «Le infezioni da legionella “non preoccupano”, ma sono seguite con attenzione e sono sottoposte a dichiarazione obbligatoria».

Casi soprattutto isolati - Una sorveglianza della situazione epidemiologica che serve, in primo luogo, per cercare eventuali focolai legati tra loro. Anche se questi sono molto rari. «In Svizzera più dell'80% dei casi sono sporadici - precisa l’esperta - cioè si verificano in modo isolato». 

Calo negli ultimi tre anni - Anche l’alta incidenza (15,8 casi ogni centomila abitanti) nel periodo considerato dallo studio (2017-2020) viene un po’ ridimensionata dalla dottoressa. «I casi di legionellosi hanno certamente un'alta incidenza in Ticino, ma negli ultimi anni hanno mostrato una tendenza alla diminuzione. E questo contrariamente al resto della Svizzera». E i numeri, forniti dall’Ufficio del medico cantonale, confermano questo calo: dagli 88 casi del 2019, si è scesi ai 70 del 2020 e ai 59 del 2021. 

Casi generalmente severi - La malattia del legionario ha spesso una prognosi severa. La diagnostica viene spesso approfondita soprattutto nei pazienti che si presentano al Pronto Soccorso, e la maggior parte dei casi viene ospedalizzata. Per quanto riguarda la letalità «i dati non sono disponibili», ma il tasso si aggira attorno al 5-10% degli ospedalizzati.

Vari motivi per un aumento - Il grande aumento registrato nei primi due decenni di questo millennio - in questo periodo le infezioni sono quintuplicate in Svizzera - è dipeso da diversi fattori. Non sempre negativi. «Una spiegazione semplice - ipotizza l'esperta - potrebbe essere la migliore conoscenza della malattia da parte dei medici presenti sul territorio».

Maggior consapevolezza - La legionellosi è infatti una malattia che può essere diagnosticata solo tramite test che devono essere richiesti in modo specifico. «Il fatto di trovare dei casi porta quindi a una consapevolezza maggiore e a una migliore capacità di riconoscere questa malattia fra le altre forme di polmonite».

Fattori climatici e meteorologici - Lo studio presentato da Swiss TPH faceva emergere un chiaro legame tra l'inquinamento atmosferico e la malattia. Una correlazione confermata anche dalla dottoressa. Diversi studi hanno infatti mostrato che particolari eventi atmosferici possono favorire la moltiplicazione di questi batteri nelle acque e la loro diffusione e sopravvivenza nell’ambiente.

Cos’è, come si trasmette e dove si trova il batterio
La malattia del legionario è una grave forma d'infezione polmonare causata da batteri del genere Legionella. Essi possono causare anche la cosiddetta Febbre di Pontiac, che si presenta come una sindrome influenzale e ha in genere un decorso più lieve. Il batterio si trova in natura in quasi tutti gli ambienti acquatici e nelle zone umide. E poiché si moltiplica principalmente nelle acque stagnanti e tiepide si trova anche in sistemi di acqua artificiale, impianti sanitari, docce, vasche idromassaggio e nelle torri di raffreddamento. La principale via d'infezione è l'inalazione di aerosol e cioè di goccioline minuscole d’acqua contenenti questi batteri. La legionellosi non si trasmette quindi direttamente da persona a persona e lo stato immunitario dell’ospite sembra giocare un ruolo determinante nell’acquisizione della malattia, che colpisce soprattutto gli anziani o coloro che presentano delle difese immunitarie indebolite.

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