L'infettivologo Christian Garzoni è ottimista: «Intravediamo la luce in fondo al tunnel»
Il suo è tuttavia un approccio prudente: «Penso alle mascherine al chiuso che si sono dimostrate efficaci nella riduzione della diffusione del virus»
LUGANO - Mentre si attendono le decisioni del Consiglio federale riguardo i prossimi allentamenti - che non arriveranno comunque prima del 16 di febbraio -, c'è chi cerca di fare un bilancio provvisorio della pandemia alla luce dei dati più recenti. Cifre, queste, «molto positive», secondo il direttore sanitario della Clinica Luganese Moncucco, Christian Garzoni. «Le curve dei nuovi casi e ospedalizzati tendono, a livello svizzero, a mostrare una diminuzione. A livello ticinese vediamo una situazione abbastanza stabile con un lieve calo di degenti nelle cure intense», prosegue l'infettivologo ai microfoni di Radio Ticino.
Insomma, «se le cose vanno avanti così stanno andando bene», sottolinea l'esperto. «Penso che la vera cartina a tornasole sarà tra adesso e metà della settimana prossima, quando si vedranno gli effetti delle prime misure di allentamento. Se avremo ancora dati come quelli degli ultimi giorni significherà che davvero stiamo vedendo la luce in fondo al tunnel».
Ciò nonostante Garzoni ritiene che sia necessario essere ancora prudenti: «Il pacchetto di allentamenti definito "soft", che già prevede parecchie riduzioni, è sicuramente auspicabile. Eliminare tutte le misure è forse troppo. Penso ad esempio alle mascherine nei locali chiusi, un qualcosa che non lede le libertà individuali e si è piuttosto dimostrato molto efficace nella riduzione della diffusione del virus».
In un certo senso per Garzoni questa svolta è "merito" anche della variante Omicron: «Si è dimostrata sì più contagiosa, ed è infatti riuscita a far sparire quasi del tutto la Delta, ma fa dei decorsi più benigni e colpisce in maniera grave unicamente le persone che hanno un sistema immunitario non protetto o che non hanno fatto un vaccino recente. Non credo di aver visto un paziente vaccinato tre volte con una forma grave di Omicron. Insomma, è stata per l'umanità una variante estremamente positiva perché ha permesso a una grande fetta della popolazione di contrarre la malattia senza sintomi o quasi, sviluppando però gli anticorpi e quindi riducendo per il futuro la possibilità di contrarre la malattia in forma grave. Insomma, ha aiutato nella tanto attesa immunità di gregge».