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CANTONEIl carnevale «manca parecchio» ma «spostarlo non sarebbe la stessa cosa»

16.02.22 - 06:00
Anche quest’anno i rivenditori ticinesi di costumi e accessori hanno messo il carnevale in vetrina, ma non si vende.
Tipress
Il carnevale «manca parecchio» ma «spostarlo non sarebbe la stessa cosa»
Anche quest’anno i rivenditori ticinesi di costumi e accessori hanno messo il carnevale in vetrina, ma non si vende.
Non convince però l'idea di un eventuale carnevale primaverile. «Spostarlo sarebbe come fare il Natale a Pasqua», così Luca Apolloni dell'Apollo shop di Lugano.

LUGANO - Costumi e cappelli. Maschere e parrucche. Ghirlande e trucchi per il viso. Non manca proprio nulla nei negozi ticinesi specializzati in travestimenti e articoli per feste. Il grande assente, almeno nella sua forma abituale, resta però sempre lui: il carnevale. E i commercianti piangono.

Vendite «imparagonabili» - «Noi la mancanza del carnevale la sentiamo parecchio, perché è l’appuntamento clou, il più importante dell’anno», spiega L.A., gerente dello shop Apollo di Lugano. «Questo appuntamento l’abbiamo totalmente perso, il che ci ha creato parecchi problemi». Confrontare le vendite di questo periodo con quello del carnevale pre-pandemico sarebbe così diventato impossibile: «Non c’è proprio paragone». 

«Come un Natale a Pasqua» - L’idea di un carnevale organizzato in primavera, che il comitato Rabadan starebbe vagliando, non suscita però grande entusiasmo. «Se dovessimo spostarlo sarebbe come fare il Natale a Pasqua», commenta il gerente di Apollo, «durante l’anno ogni cosa è al suo posto. Noi commercialmente siamo sempre pronti, ma non sarebbe la stessa cosa».

Molta merce resta in magazzino - Anche alla filiale di Da Moreno a Gravesano, a dispetto di tutto, si trova un grande assortimento carnascialesco. «Abbiamo ordinato la merce un anno fa, quindi, che ci piaccia o meno, quello che comandiamo poi lo riceviamo», precisa il responsabile del punto vendita Alberto Brunengo. E le vendite languono: «Per il momento il tutto è abbastanza fermo. Non è una bella situazione per noi perché investiamo parecchio, e non abbiamo nemmeno esposto tutta la merce che ci è arrivata». Buona parte dell’assortimento «è infatti rimasta in magazzino, ancora inscatolata, ma con il resto ci siamo detti “tentiamo”». 

I piccoli lo festeggiano di più - I pochi acquirenti sono i bambini, convengono però entrambi i negozi. «La richiesta viene più dai piccoli, che hanno occasione di usare costumi e accessori a scuola, ai compleanni o in qualche festa a tema», sottolinea Apolloni. 

Carnevali «aggrediti e accusati come incoscienti» - In vista dell’importante allentamento delle misure anti-Covid di oggi, che potrebbe portare a un "liberi tutti" già da domani, resta però un po’ di amaro in bocca. «Ci dispiace, ma non si poteva prevedere», commenta Brunengo, «quest’anno è andata così, ma non ce la prendiamo con nessuno». «È un peccato. Era giusto però essere prudenti», ammette Apolloni, ma non nasconde un certo disdegno per i toni accusatori rivolti a chi non ha immediatamente gettato la spugna. « Quel che non mi è piaciuto è il fatto che gli organizzatori dei carnevali Nebiopoli e Lingera, che hanno atteso più degli altri prima di annunciare l’annullamento, siano stati aggrediti, denigrati e additati come incoscienti da molta gente a prescindere». In retrospettiva, osserva, «la loro strategia non era in fin dei conti così sbagliata, però sono stati subito bersagliati. Questo mi è sembrato brutto». 

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