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CANTONE«Alla Procura serve la gavetta»

16.02.22 - 10:12
Formazione dei nuovi magistrati, un audit esterno: proposte di riforma in una mozione di Matteo Quadranti (Plr)
tipress
«Alla Procura serve la gavetta»
Formazione dei nuovi magistrati, un audit esterno: proposte di riforma in una mozione di Matteo Quadranti (Plr)

LUGANO - Due procuratori più uno (in sostituzione di Nicola Respini), un giudice dei provvedimenti coercitivi, un giudice supplente al tribunale d'appello, un nuovo presidente della Pretura penale. Con l'ultima infornata di nomine la magistratura ticinese cerca di recuperare il tempo perduto. E qualcuno si preoccupa della "gavetta" dei nuovi arrivati. 

Creare «una vera e propria formazione e carriera interna sul campo». È quanto propone in una mozione odierna il granconsigliere nonché avvocato Matteo Quadranti (PLR). «Ai nuovi procuratori - suggerisce Quadranti - andrebbero assegnati i casi più facili» non tanto in base all'entità della pena, ma alla complessità dell'incarto. 

«Ci sono alcuni reati, si pensi in particolare agli errori medici, ma anche agli infortuni sul lavoro, che sebbene non siano punibili con condanne pesanti possono essere complessi da istruire» prosegue la mozione. «Al contrario, ci sono alcuni procedimenti penali che possono concludersi con importanti condanne, ma che dal profilo dell’istruzione sono piuttosto facili in quanto standardizzati, come le condanne per ripetuti furti o infrazione alla legge sugli stupefacenti». 

La mozione propone anche di dare più competenze all'Upg (sorveglianza, standardizzazione dei procedimenti, preavvisi di nomina o revoca dei magistrati). E di commissionare un audit sul Ministero Pubblico «a una società esterna esperta in gestione delle risorse umane» per migliorare il lavoro di gruppo e la gestione dei conflitti. Sottoporre la Procura ticinese a una certificazione di qualità (Iso) secondo il deputato sarebbe inoltre utile a «ottimizzare e migliorare i processi di gestione dei flussi amministrativi, gestionali e informatici, ovvero tutto quanto non soggiace al segreto istruttorio».

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