Attorno allo svuotamento del lago di Vogorno stanno fiorendo i racconti più incredibili, tra il macabro e il brillante
Smentito categoricamente il ritrovamento di scheletri, ora si racconta che di notte sul fondo del bacino c'è chi setaccia il fango in cerca di pagliuzze auree
VOGORNO - Dagli scheletri alle pagliuzze d’oro. Un turbinio di racconti, più o meno fantasiosi, sta scaturendo dallo svuotamento della diga della Verzasca. L’invaso di Vogorno, ormai pelato come una superficie lunare, si sta rivelando il nostro lago di Lochness. Un vero pozzo di storie.
Leggende nere - Da un paio di mesi le “leggende” con protagonista la diga variano dal macabro al fantasy. Alla prima categoria appartiene la voce secondo cui il fondale, come in uno spurgo cimiteriale su vasta scala, avrebbe restituito numerosi scheletri. «Otto cadaveri», puntualizzava la segnalazione giunta in redazione a fine gennaio. Una “fake news” che la polizia cantonale ha categoricamente negato: «Non sono stati ritrovati cadaveri» è stata la secca smentita del servizio di comunicazione.
La pagliuzza nella diga - Più allegra, anche se fonte comunque di preoccupazioni è l’altra diceria. Il bacino svuotato d’acqua, ma non di fascino, non attirerebbe soltanto i turisti, ma anche qualche cercatore d’oro. Le operazioni di ricerca avrebbero luogo nottetempo, al riparo da occhi indiscreti. Chissà mai che dalla fanghiglia accumulatasi nei decenni non spunti la pepita che fa svoltare un’esistenza. O più probabilmente l’infortunio che mette in imbarazzo.
Meglio non avventurarsi - La voce di una corsa notturna all’oro suona del tutto nuova al responsabile dell'azienda che gestisce il bacino idroelettrico: «Posso solo dire che non fa parte dei nostri compiti sorvegliare il fondo della diga - commenta Andrea Papina, direttore della Verzasca SA -. Ribadiamo comunque che sconsigliamo assolutamente di scendere lungo le sponde del lago e verso il fondo, perché è pericoloso e scivoloso. Tanto più dopo le recenti precipitazioni».
L'oro c'è ma... - Si dice che tutte le storie, e forse anche le bufale se ben congegnate, abbiano un fondo di verità. Alla domanda se nel fiume Verzasca possano esserci delle tracce d’oro risponde affermativamente l’esperto. Precisando però che il lago non è posto migliore dove trovarlo. «Nelle zone di Frasco e Sonogno è possibile rinvenirne traccia - commenta il geologo cantonale Andrea Pedrazzini -. Ma parliamo di piccole pagliuzze, come se ne possono trovare nella Magliasina o ad Aurigeno o in Val Onsernone. Dopodiché è vero che la corrente del fiume può trasportare i sedimenti fino alla diga, ma l’oro è un metallo pesante per cui ha la tendenza a fermarsi più a monte della diga». Meglio quindi cercar fortuna altrove.