Il 2021 turistico è stato brillante. Ma quest'anno sarà difficile fare il bis. Le considerazioni di Lorenzo Pianezzi
BELLINZONA - È il caso di dirlo: per il settore turistico ticinese il 2021 è stato brillante. Gli alberghi hanno registrato ben 2'934'445 pernottamenti, con un netto aumento non soltanto rispetto al 2020 (l'anno in cui è scoppiata la pandemia) ma anche nel confronto col 2019 (+27%). Ma ora bisogna tornare coi piedi per terra. «È andata molto bene, ma sono dati straordinari che non rivedremo più» afferma Lorenzo Pianezzi, presidente della sezione ticinese di HotellerieSuisse, da noi interpellato per commentare i numeri resi noti dall'Ufficio federale di statistica (UST).
Lo scorso anno le strutture turistiche della nostra regione hanno infatti ancora una volta potuto contare soprattutto sui visitatori provenienti dal resto della Svizzera. Col settore dei viaggi internazionali (soprattutto quelli a lunga distanza) caratterizzato da test PCR, certificati Covid e quarantene, in molti hanno infatti deciso di restare nel proprio paese. «Nel 2021 siamo arrivati a un 85-90% di ospiti elvetici, quando di solito siamo attorno al 60-65%» osserva infatti Pianezzi.
«Ora ci vogliono nuovi prodotti» - Ma ora molti paesi stanno revocando le restrizioni sanitarie, anche alla frontiera (la scorsa settimana lo ha fatto pure la Confederazione). E gli svizzeri hanno voglia di tornare a scoprire il resto del mondo, come sottolineava di recente un esperto di turismo dell'Università di San Gallo. «I nostri compatrioti hanno riscoperto il Ticino grazie alla pandemia, ma adesso dobbiamo spremerci le meningi per ideare nuovi prodotti turistici» dice dunque Pianezzi. Non si parla di una nuova cartina o di dare una spolverata ai cartelli escursionistici, bensì «di puntare sull'effetto wow».
Insomma, il nostro territorio va reso ulteriormente attrattivo con un'offerta «che il cliente possa vivere concretamente, provando esperienze ed emozioni». Tra uno dei prodotti di successo più recenti, lo dice ancora il rappresentante degli albergatori, si conta per esempio il ponte tibetano Carasc. Tuttavia: «Al nostro cantone le idee non mancano, ma spesso si scontrano col regionalismo o con la politica» lamenta Pianezzi, ricordando la passerella che avrebbe potuto collegare Ascona alle Isole di Brissago. «Un progetto che è rimasto nel cassetto».
Ecco dunque che, dopo la recente approvazione da parte del Gran Consiglio di due crediti quadro a sostegno del settore turistico (si tratta di complessivamente 42 milioni di franchi), ora Pianezzi auspica che questi soldi vengano impiegati nel modo giusto, ossia per progetti che suscitino emozioni. Anzi, l'effetto wow.
Obiettivo 2022: replicare il 2019 (o fare meglio) - Nel frattempo il settore guarda al 2022 con realismo. Un 2022 che inizia senza il turismo congressuale. «È ancora presto per fare delle previsioni, dobbiamo capire come si svilupperà la primavera. Ma se riusciamo a replicare i dati del 2019, siamo contenti» conclude Pianezzi.