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CANTONECarnevali in versione “light”, non al Pronto soccorso

03.03.22 - 06:00
Le cure ambulatoriali al San Giovanni di Bellinzona sono state addirittura superiori alle edizioni pre-pandemia.
Ti Press (archivio)
Carnevali in versione “light”, non al Pronto soccorso
Le cure ambulatoriali al San Giovanni di Bellinzona sono state addirittura superiori alle edizioni pre-pandemia.
Anche all'OBV di Mendrisio (dove giungeva che si è recato a Nebiopoli) i pazienti non sono mancati. Così come le lamentele. «Un'infermiera ha avuto un comportamento vergognoso», racconta una testimone. L'EOC: «Invitiamo a segnalare formalmente quanto successo».

BELLINZONA / MENDRISIO - Dopo un anno di pausa forzata, il Ticino ha riscoperto il piacere del carnevale. Nonostante gli eventi degli ultimi giorni siano stati definiti “light” dagli organizzatori, l'affluenza di pubblico è stata ottima sia a Bellinzona, sia a Chiasso. Da un punto di vista sanitario, il bilancio è però tutt’altro che positivo.

Il Pronto soccorso della capitale ha infatti registrato un numero di pazienti addirittura superiore agli anni pre-pandemia, quando il Rabadan attirava ben più visitatori. «Nella notte di venerdì gli accessi collegati in qualche modo al carnevale sono stati nove, sabato 15 e martedì 10», illustra il servizio di comunicazione dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC). Che, proprio per affrontare al meglio il possibile maggior afflusso di pazienti, come nelle edizioni passate del carnevale, ha fortificato l’assetto di personale.

Un totale di 34 persone che hanno avuto bisogno di cure che è nettamente maggiore rispetto al 2019 (21 accessi), al 2017 (19 accessi) e al 2016 (24 accessi, ma quattro riguardavano pazienti di pediatria)*. Le cause degli arrivi al Pronto soccorso, invece, rimangono le stesse: abuso di alcol, abuso di sostanze stupefacenti e traumi di vario genere.

Per quanto riguarda il Pronto soccorso di Mendrisio (a cui hanno fatto capo coloro che si sono recati a Chiasso, l’altro grande evento carnascialesco di questi ultimi giorni) i dati non vengono messi in correlazione con gli eventi sul territorio. Ma anche qui i festanti che hanno avuto bisogno di cure sono stati diversi e non tutti sono rimasti soddisfatti del trattamento ricevuto. In particolare, alcuni pazienti sarebbero stati «derisi» per i costumi che indossavano: «Un'infermiera ha avuto un atteggiamento vergognoso, farcito di battute infelici e commenti poco appropriati», racconta una testimone.

Insomma, ci sarebbe stato un comportamento poco professionale da parte del personale di cura. «In questi casi, per prendere in carico la questione, è importante ricevere dei reclami formali e ufficiali, che a oggi non risultano ancora pervenuti», ci ha spiegato il servizio di comunicazione dell'EOC. Assicurandoci comunque che la Direzione è stata informata della segnalazione.

*I dati per il 2018 non sono disponibili a causa di un cambiamento nel sistema gestionale, le statistiche del 2020 non sono invece state prodotte perché erano i giorni in cui ci si stava attrezzando per l’arrivo della pandemia e vi erano priorità diverse.

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