Successo «travolgente» per la raccolta di aiuti per l'Ucraina avviata a Muzzano dalla ticinese Eleonora Flacio.
«In due giorni abbiamo ricevuto materiale per undici furgoni», racconta. «Tutti ci hanno messo il cuore, c'era chi piangeva».
MUZZANO - Una valanga di scatole. E un fiume di sacchi. È questo lo spettacolo a cui si assisteva tra lunedì e martedì davanti al Municipio di Muzzano. Il contenuto? Scarpe, coperte, vestiti di ogni taglia e colore, pasta, riso, materassini, giocattoli. Ma, soprattutto, il cuore dei ticinesi, che venerdì verrà recapitato, attraverso gli aiuti, al confine tra Polonia e Ucraina.
Altro che dieci scatole - La raccolta di donazioni, partita lunedì mattina dall’iniziativa della ticinese Eleonora Flacio, ricercatrice alla SUPSI, è iniziata con l’idea di un piccolo gesto di solidarietà, per poi esplodere in un vero e proprio fenomeno. «Pensavamo di raccogliere dieci scatole, ma la risposta è stata pazzesca. In due giorni abbiamo riempito undici furgoni comunali. Parte del materiale è già arrivata in Polonia a bordo di mezzi privati, ma ora ci serve un tir», spiega emozionata Flacio, che ora si sta adoperando per il noleggio del possente mezzo.
Un'emozione condivisa in tanti - A innescare la miccia sono bastati una sveglia tardiva e un appello su Whatsapp. «Domenica mi sono alzata più tardi del solito», racconta Flacio, «E ho visto che a Vezia era in corso una raccolta di aiuti per l’Ucraina. Questa sarebbe però terminata a mezzogiorno e io dovevo ancora preparare e impacchettare tutto». Da lì, nasce l’idea di organizzare lei stessa una raccolta. «Sono presidente dell’associazione ricreativa e culturale di Muzzano e mi son detta “dai ma facciamola noi, così tiriamo su qualcosina nella zona”». Il sindaco mette a disposizione un locale per la raccolta, e la gente accorre in massa. «Ho sparso la voce con un semplice stato di Whatsapp. Non ho usato i social perché non ce li ho, eppure è stato un qualcosa di travolgente. Numerosissime le persone che hanno portato materiale, tutti con il cuore, e c’era chi piangeva. Tanti prodotti erano nuovi di zecca, comprati per l'occasione. E in diversi, alcuni dei quali nemmeno mi conoscevano, mi hanno aiutato anche a dividere e inscatolare tutto».
Dall'auto al tir sponsorizzato - E pensare che l’idea era di trasportare il tutto in auto. «Mi sono accordata con il gruppo di ucraini che aveva organizzato la raccolta a Vezia, che ha un canale aperto con l’ambasciata polacca. Inizialmente loro volevano semplicemente trasportare il materiale con qualche auto spaziosa». Ma ben presto è apparso evidente che non sarebbe stato lontanamente sufficiente. Ad occuparsi di finanziare il noleggio del tir, sottolinea infine soddisfatta Flacio, sarà il Lions Club di Lugano. «I soldi che abbiamo raccolto dalla popolazione li utilizzeremo per coprire le spese di chi ha effettuato il viaggio con i furgoni, e non è detto che non organizzeremo un secondo tir nelle prossime settimane».
Dove donare
Dare una mano, anche a distanza, si può. I punti di raccolta di aiuti da devolvere alla popolazione ucraina si sono fatti numerosi sul territorio ticinese. A tenerli in vita sono sia privati che associazioni. Al momento sono ancora attivi i punti di raccolta al Padiglione Conza di Lugano (fino a venerdì 4 marzo), e alla Fiege Logistica SA in via Passeggiata a Balerna. Si necessitano soprattutto vestiti caldi, prodotti alimentari non deperibili, articoli per l'igiene e medicamenti di primo soccorso.