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BELLINZONAIl sonno attraverso l'obiettivo di Ferdinando Scianna

08.03.22 - 11:23
Allo SpazioReale a Monte Carasso la mostra “Dormire, forse sognare” propone un percorso formato da ottanta scatti
©Ferdinando Scianna
Il sonno attraverso l'obiettivo di Ferdinando Scianna
Allo SpazioReale a Monte Carasso la mostra “Dormire, forse sognare” propone un percorso formato da ottanta scatti

BELLINZONA - Figure avvolte nel sonno, immagini di uomini e animali dormienti da osservare in punta di piedi: è questa l’essenza degli ottanta scatti che accoglieranno i visitatori di SpazioReale a Monte Carasso dall’11 marzo al 24 aprile 2022. Frutto di oltre trent’anni di carriera, le opere che compongono l’esposizione “Dormire, forse sognare” sono la testimonianza della profonda fascinazione per il sonno, il sogno e il mondo onirico che da sempre alberga in Ferdinando Scianna.

«Scoprii che tra le mie fotografie moltissime ce ne sono di gente che dorme, e che ne ho fatte sempre, fin da quando ho incominciato a fotografare, dappertutto nel mondo dove l’azzardo della vita e del mio mestiere mi ha portato». Così Ferdinando Scianna, fotoreporter siciliano di fama internazionale, primo fotografo italiano a entrare a far parte dell'agenzia Magnum Photos, descrive la sensazione di sorpresa sperimentata nell’accorgersi che i suoi archivi erano disseminati di scatti che ritraevano individui addormentati. Quella che ha dato origine all’esposizione “Dormire, forse sognare” – spiega il fotografo – è stata infatti una scoperta quasi casuale: la ricerca di un negativo dimenticato in mezzo ad altri ha portato alla luce una serie di immagini che – senza appartenere a un progetto unico o essere legate a un intento preciso – erano unite da un fil rouge inequivocabile: il sonno. Da questo corpus iniziale, attraverso un puntiglioso lavoro di selezione e di arricchimento durato diversi anni, ha preso forma la galleria di ottanta scatti che, dal prossimo 11 marzo, illuminerà le pareti di SpazioReale.

Il visitatore si troverà confrontato con un’esposizione a tratti dolce e leggera, come il sonno dei bambini, a tratti più cupa e tormentata, laddove, per esempio, al dormiente manca il privilegio di un letto e la protezione di una casa, e l’immagine del sonno si fa evocatrice di vulnerabilità, di pericolo, e – in alcuni casi – di morte. Una sensazione, quest’ultima, che non deve tuttavia fuorviare la percezione dell’osservatore perché, come osserva Scianna, «ognuna di queste fotografie parla di vita: se non c'è sonno non c'è vita, e un uomo che dorme è un uomo vivo. Perché il sonno non è soltanto il tempo del riposo, ma è anche la porta per entrare nell'oceano immenso del sogno, una delle forme più intense della vita».

Più info su www.spazioreale.ch

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