Nella villetta del signor Giuseppe Akbas hanno trovato rifugio tre generazioni in fuga dalla guerra
Nonne, figlie e nipoti: rischiavano di passare la notte all'addiaccio alla stazione di Chiasso. «Ora anche il Cantone faccia la sua parte»
CADEMPINO - Nessuno è a caccia di record in questo momento difficile. Ma Giuseppe Akbas ne ha probabilmente messo a segno uno. Da lunedì a Cadempino ospita ben nove rifugiate ucraine, per le quali non c'era posto nei centri d'accoglienza. «Ho ricevuto un messaggio, cercavano qualcuno per ospitarle» racconta. «Non ci ho pensato troppo, ho accettato».
All'ultimo minuto - Il tutto è accaduto in poco più di un'ora. Una telefonata da Chiasso: una famiglia giunta da Kharkiv - due nonne, tre mamme e quattro figlie minorenni - rischiava di passare la notte all'addiaccio, dopo aver presentato domanda di asilo al centro della Sem. Milena Follini, volontaria del Luganese di origini ucraine, da giorni si adopera per trovare sistemazione ai profughi in arrivo. «Mi hanno chiamato dicendo che avrebbero dormito all'interno della stazione ferroviaria, perché non c'era posto per loro nel centro. Mi sono subito attivata e tramite amici di amici abbiamo trovato questa splendida sistemazione».
La lunga fuga - Per Katia, 26 anni con una bambina di cinque, è un sollievo dopo un viaggio iniziato sotto le bombe. «Abbiamo viaggiato in treno per trentasei ore fino a Leopoli, poi da lì per strade secondarie fino alla Polonia» racconta. L'unico desiderio ora è un po' di pace, «per noi e per tutto il mondo».
Carenza di alloggi - Intanto in Ticino arrivi si susseguono al ritmo di 40-50 al giorno, e la capienza in strutture pubbliche è già al limite con 238 letti nella città di confine più altri 100 nel rifugio della Protezione civile di Cadenazzo. A questi se ne aggiungeranno una sessantina in quello Aurigeno in Vallemaggia, che apre oggi. Non bastano, e il direttore del Dss Raffaele De Rosa lunedì ha lanciato un appello ai privati, a farsi avanti.
Solidarietà di paese - Detto fatto. Nel giro di due giorni la villetta adiacente al garage del signor Akbas si è attrezzata con letti e vettovaglie donate un po' da tutto il vicinato. Anche il Municipio di Cadempino ha avviato una raccolta di viveri assieme alla parrocchia, e organizzato «un momento di incontro con la cittadinanza per facilitare l'integrazione» spiega il sindaco Tom Cantamessi.
Altri arrivi in vista - In futuro però «la speranza è che anche le autorità cantonali si attivino per fare la loro parte» chiosa Akbas. Follini e altri volontari stanno cercando altri sette alloggi per altrettante famiglie in arrivo sabato con un bus dalla Polonia. Non è detto che a loro andrà altrettanto bene.