Swisscom difende la scelta di collocare un impianto di telefonia mobile in zona edificabile
La portavoce Ivana Sambo sui malumori dei residenti: «Tutti ci lamentiamo quando il cellulare non prende bene, ma nessuno vuole le antenne»
MAGLIASO - È successo in via Castellaccio dove la domanda di costruzione per un’antenna 5G, ancor prima di apparire all’albo comunale, sta intercettando un forte malumore dei residenti. Gli scontenti criticano la scelta del luogo e sostengono che le loro case subiranno un deprezzamento.
Critiche cui oggi risponde il promotore Swisscom, interpellato da Tio/20Minuti. «L’ubicazione - spiega la portavoce Ivana Sambo - è dettata molteplici fattori. Tra cui, la distanza dagli impianti esistenti limitrofi, la morfologia del territorio, il potenziale RNI (ossia la presenza nelle immediate vicinanze di “Luoghi ad utilizzazione sensibile”), la presenza di forti attrattori di traffico, le condizioni di interferenze radio tecniche, …».
Cos’altro potete dire sulla scelta di via Castellaccio?
«La posizione proposta da Swisscom è all’inizio della via, ad un centinaio di metri dalla trafficata strada cantonale, di fronte alla fermata di Magliaso Paese della ferrovia Lugano-Ponte Tresa, dove secondo il piano regolatore è previsto un grande posteggio».
Che caratteristiche avrà questa antenna?
«Il progetto prevede la posa di un palo dell'altezza di 20 metri e la messa in servizio di tutti i sistemi di comunicazione mobile attualmente utilizzati in Svizzera, ossia il 3G, 4G e 5G. In concreto, l'impianto sarà simile a quello esistente presso la centrale telefonica all'entrata di Caslano».
Avete approfondito con Magliaso la possibilità di collocare l’antenna in una zona lontana dalle abitazioni?
«Va detto che un impianto il cui scopo è di portare la copertura di servizi di comunicazione mobile in zona edificabile è da ubicare in zona edificabile (come prevede una sentenza del Tribunale federale). Inoltre, in un territorio come quello di Magliaso è molto difficile trovare una collocazione che sia lontana da abitazioni e, allo stesso tempo, in zona edificabile. Come detto, la posizione è dettata da innumerevoli fattori e le posizioni idonee sono limitate. Siamo in contatto con il Comune di Magliaso che è molto disponibile ad ascoltare i nostri argomenti, nel pieno rispetto e prendendo sul serio il malumore che si è venuto a creare da parte degli abitanti».
Di fronte al malcontento avete valutato un’altra collocazione?
«Il nostro obiettivo, che è dato dal mandato affidatoci dalla Confederazione, è quello di riuscire a garantire servizi di comunicazione mobile efficienti ed efficaci su tutto il territorio svizzero. Questo nel rispetto di tutte le leggi in vigore e dei severi limiti RNI (Radiazioni non ionizzanti) imposti. Le posizioni alternative tecnicamente idonee erano state studiate già prima di inoltrare questo progetto e tutte ricadevano nella zona vicina alla posizione proposta. Siamo comunque aperti al dialogo e pronti ad esaminare anche delle alternative, sempre nel rispetto di quanto premesso».
Cosa dite a chi sostiene che l’antenna deprezzerà le case?
«Comprendiamo la preoccupazione. D’altro canto si può definire l'attrattività di un bene immobiliare prendendo in considerazione il principio contrario, ossia la mancanza di copertura di servizi di comunicazione mobile. Durante il culmine della pandemia Covid-19, dove molti hanno lavorato in modalità telelavoro, abbiamo visto quanto fosse importante un’infrastruttura performante».
Vi aspettavate questi malumori?
«In realtà capita che ci sia chi è contrario alla posa di un antenna. Magari dimenticando che tutti vogliamo un’ottima infrastruttura, tutti ci lamentiamo quando il cellulare non prende bene, ma nessuno vuole le antenne. Del resto, in questi ultimi anni, su spinta del Cantone (Dipartimento del territorio), diversi Comuni ticinesi stanno introducendo il cosiddetto "Modello a Cascata". Il Comune di Magliaso non si è ancora dotato di questo strumento. Questa modifica chiede agli operatori di comunicazione mobile di ubicare gli impianti secondo un preciso ordine, appunto a cascata. Vanno prima priorizzate le zone lavorative, poi quelle residenziali e per finire quelle all'interno di un raggio di 50-100m da luoghi particolarmente sensibili. E questo certo non facilità il cercare delle ubicazioni idonee».