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CANTONEDipendenti statali: differenza salariale fra donne e uomini dell'1.9%

31.03.22 - 11:23
L'analisi ha confermato che la parità salariale è rispettata.
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Dipendenti statali: differenza salariale fra donne e uomini dell'1.9%
L'analisi ha confermato che la parità salariale è rispettata.
La Legge prevede infatti una soglia di tolleranza del 5%.

BELLINZONA - Con l’entrata in vigore il 1° luglio 2020 della modifica della Legge federale sulla parità dei sessi, la quale introduce l’obbligo per i datori e le datrici di lavoro con almeno 100 dipendenti di svolgere un’analisi interna della parità salariale, il Consiglio di Stato ha proceduto a svolgere le verifiche all'interno dell'Amministrazione cantonale.

Il risultato, validato dal Controllo cantonale delle finanze in qualità di organo esterno di revisione accreditato dalla Confederazione, mostra che le donne guadagnano mediamente l’1.9% in meno degli uomini. Questo risultato si attesta al di sotto della soglia di tolleranza del 5% prevista dallo strumento di analisi e significa che non è stata individuata alcuna disparità salariale sistematica.

Sul risultato - fa notare oggi il Governo - incidono le indennità per picchetti, lavoro notturno e festivo che sono versate per attività in cui gli uomini sono maggiormente rappresentati (in particolare per quanto concerne gli operai e gli agenti di polizia). L’inclusione di queste indennità incide per lo 0.7% (sul valore complessivo dell’1.9%) «ciò che non è tanto dovuto a una disparità salariale, ma piuttosto a una diversa propensione dei due generi ad occupare posizioni in attività che danno diritto a delle indennità», sottolinea l'esecutivo.  

La verifica si è svolta tramite lo strumento di analisi standardizzato Logib, messo a disposizione dalla Confederazione e riconosciuto quale metodo scientifico e conforme al diritto. Tramite una regressione statistica il metodo consente di individuare eventuali disparità salariali non imputabili a caratteristiche individuali (livello di formazione, anzianità di servizio, potenziale esperienza professionale) o relative al posto di lavoro (livello di competenza e posizione professionale) e quindi potenzialmente discriminanti.  

Quanto emerso dimostra che il modello salariale e la sua applicazione ai dipendenti dello Stato non comporta delle discriminazioni sistematiche basate sul genere e conferma che lo Stato garantisce il principio costituzionale per cui donne e uomini hanno diritto a un salario uguale per un lavoro di uguale valore (art. 8 cpv. 3 Costituzione).

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