L'ex magistrata: «Quando ho visto le fosse comuni sono inorridita. Sono riemersi i ricordi dall'ex Jugoslavia»
Non manca una frecciatina a Washington: «Rimango perplessa quando sento Biden parlare di giustizia, senza che gli USA siano nella Corte penale internazionale»
ASCONA - In Ucraina sono stati commessi numerosi crimini di guerra, e Putin ne è il principale responsabile. Per questo, facendo riferimento alla guerra nell'ex Jugoslavia, «spero che Putin faccia la stessa fine di Milosevic».
È quanto ha ribadito oggi durante un incontro con la stampa ad Ascona - in occasione degli Eventi Letterari Monte Verità - l'ex magistrata ticinese Carla Del Ponte, che ha ammesso che inizialmente non si sarebbe voluta esprimere sull'argomento.
Tuttavia, «non ho potuto trattenermi quando ho visto le fosse comuni. Mi sono tornate in mente le cose che ho già vissuto in relazione ai fatti nell'ex Jugoslavia. Vederle mi ha fatto inorridire, ricordo quando dovevamo rimuovere i cadaveri uno ad uno, per fare l'esame autoptico, con le famiglie attorno che cercavano di capire se fra i corpi ci fossero i loro cari».
«Da non credere», ha poi aggiunto, «pensavo e speravo che non sarebbe più successo». Allo stesso modo, «non ho potuto trattenermi dal pensare che Putin sia il maggior responsabile di quello che sta succedendo, di questi crimini di guerra e conto l'umanità che avvengono ogni giorno».
È possibile portare un Presidente davanti ad un tribunale?
L'ex-procuratrice capo del Tribunale dell Aja ha qui lanciato un paragone con Slobodan Milošević, accusato di crimini contro l'umanità presso il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia. Il procedimento a suo carico è però finito nel 2006, senza una conclusione, in quanto l'imputato è morto d'infarto.
«Ai tempi i miei collaboratori mi dicevano che non saremmo mai riusciti a portare Milosevic davanti alla Corte», ha raccontato l'esperta magistrata, ma invece «ce l'abbiamo fatta: abbiamo allestito il primo atto d'accusa e ottenuto il mandato d'arresto internazionale, quando era ancora Presidente. Io spero veramente che, come Milosevic, anche Putin dovrà rispondere davanti a un tribunale delle sue responsabilità».
Quella in Russia, chiaramente, è un'altra situazione. Seppur sarà difficile giungere ad una tale eventualità mentre il Capo del Cremlino è ancora alla Presidenza, Carla Del Ponte spera che possa accadere quando non lo sarà più: «Putin non sarà presidente per sempre. Quando non lo sarà più il dossier e l'atto d'accusa devono essere pronti. La giustizia ha pazienza».
Crimini di guerra...genocidio...
Sono numerosi i crimini di guerra che l'ex procuratrice ha visto nelle immagini e nei video provenienti dall'Ucraina. «Bombardare un edificio di civili è un crimine di guerra. Uccidere, stuprare, colpire i bambini, sono tutti crimini di guerra. Se poi l'attività è sistematica, come mi sembra sia il caso, si aggiunge il reato di crimine contro l'umanità».
Sollecitata da una domanda, Carla Del Ponte ha però mostrato cautela rispetto all'accusa di «genocidio» lanciata da Zelensky: «Da quello che abbiamo visto, al momento non userei questo termine. Deve esserci l'intenzione specifica di colpire e distruggere un gruppo in particolare, personalmente non ho abbastanza elementi per definirlo tale. Ma capisco anche il punto di vista di Zelensky».
Non si parla comunque solo di russi: «Dalla mia esperienza so che vengono perpetrati crimini da tutti i lati in un conflitto armato, non c'è una parte buona ed una parte cattiva. Entrambe le parti devono essere responsabili delle atrocità che mettono in atto, ricordo qui ad esempio il video dei soldati russi prigionieri colpiti alle gambe da parte degli ucraini. Anche questi sono crimini inaccettabili e i responsabili dovranno rispondervi», ha spiegato, chiarendo: «Io sono sempre dalla parte delle vittime».
Niente tribunale ad hoc?
Ma si può creare un tribunale ad hoc per incriminare la Russia e Putin? «Di regola è il Consiglio di Sicurezza dell'ONU a creare un tribunale internazionale ad hoc. In questo caso, però, non è possibile, perché la Russia blocca le decisioni con la sua possibilità di porvi veto (come fa, d'altronde, per la Siria di Assad)» ha detto l'esperta.
Per questo, in relazione alla guerra in Ucraina è già al lavoro la Corte penale permanente, che non dipende dal Consiglio di Sicurezza, e che ha delle competenze in generale per gli Stati che hanno aderito allo Statuto di Roma della Corte penale internazionale. Se però lo Stato dove avvengono i crimini commessi chiede alla corte di procedere, questa può procedere. Anche altri 41 Stati europei si sono poi accodati alla richiesta, e il procuratore ha quindi ordinato un'inchiesta. I prossimi passi sarebbero quindi un atto d'accusa e un mandato d'arresto internazionale, è questione di tempo, bisogna lasciare lavorare la giustizia».
Quindi l'Onu ha perso valore? «Sono molto preoccupata, l'Onu è un'istituzione importante, ma oggi fa solo aiuti umanitari, seppur nei suoi mandati ci sarebbero anche compiti di pace e democrazia...».
Biden e giustizia? «Rimango perplessa»
Interpellata sulla volontà politica di perseguire Putin, Carla Del Ponte ha ammesso di rimanere perplessa «quanto sento il Presidente USA Joe Biden parlare di giustizia, perché gli USA non sono parte della Corte permanente. Direi al presidente Biden che sarebbe ora che gli Stati Uniti entrino nel Tribunale internazionale».
Ma qual è la parte più delicata di un processo di questo tipo? «Arrivare a provare la responsabilità degli alti responsabili politici e militari: il presidente, i suoi ministri e i generali».
Se nel caso degli alti funzionari militari «di solito c'è la documentazione, perché non fanno niente senza mettere tutto per iscritto», è in particolare difficile per i politici. «Io saprei già cosa fare, ma non ve lo svelo, in ogni caso le testimonianze sono importantissime, come la collaborazioni con i servizi segreti».