Gli esami del DNA hanno confermato quello che già era più di un sospetto.
L'Ufficio caccia e pesca: «L'ipotesi più plausibile resta quella di un esemplare in dispersione che ha già lasciato la zona».
NOVAZZANO - Fin da subito le immagini - girate sul web - lasciavano pochi dubbi in merito. Ma oggi è arrivata anche la conferma da parte dell'Ufficio della caccia e della pesca. Il predatore, che lo scorso 12 aprile aveva ucciso tredici ovini a Novazzano, era effettivamente un lupo «come hanno confermato le analisi del DNA».
Il caso più a sud di sempre - Quella di metà aprile risulta quindi la predazione (e la presenza del lupo) più a sud mai registrata fino a ora nel nostro Cantone. Dopo questo evento non è più stato visto né segnalata la presenza del lupo nella regione. «L'ipotesi più plausibile - precisa ancora l'Ufficio della caccia e della pesca - resta quella di un esemplare in dispersione che ha già lasciato la zona».
La protesta - L'Ufficio che fa capo al DT precisa comunque che il monitoraggio, intensificato subito dopo la predazione, resterà attivo per alcune settimane. A quella di Novazzano, ricordiamo, hanno poi fatto seguito diverse altre predazioni che hanno coinvolto l'Alta Vallemaggia e che hanno in seguito provocato la reazione furiosa degli allevatori, che proprio una settimana fa hanno inscenato una macabra protesta davanti a Palazzo delle Orsoline, dove hanno scaricato le carcasse dei loro animali morti.
«I lupi problematici vanno abbattuti» - Domenica sera era poi arrivata la presa di posizione dell'Unione dei Contadini Ticinesi (l'UCT) che aveva richiesto alle autorità competenti di attivare i dispositivi per l'abbattimento immediato di quegli «esemplari che si sono dimostrati pericolosi ed estremamente distruttivi». Come questo di Novazzano.