Il Cantone intenzionato a rilevare l'audit sulle accuse emerse in seno all'associazione dei non vedenti
BELLINZONA - Per la camicia o per le orecchie, il governo sembra destinato a essere tirato dentro il "caso Unitas". Oggi un'interpellanza leghista ha invocato un'inchiesta sulle molestie in seno all'associazione ticinese non vedenti: per i deputati Maruska Ortelli, Massimo Robbiani e Stefano Tonini il Consiglio di Stato dovrebbe fare chiarezza sul ruolo del presidente uscente Manuele Bertoli, ex dirigente di Unitas e tuttora membro del consiglio della fondazione omonima.
Il ministro ha affermato di «non essere mai stato informato» di casi di molestie, ma una lettera risalente al 2001 - secondo l'interpellanza odierna - lo smentirebbe. Nel frattempo qualcosa si sta già muovendo nel Cantone: il Dipartimento della sanità e socialità sta per formalizzare il mandato per un audit esterno sulle accuse.
L'intenzione è confermata a tio.ch/20minuti dal direttore dell'Ufficio anziani Francesco Branca, che non fornisce dettagli al riguardo: «I nostri servizi stanno approfondendo il dossier per valutare le misure da intraprendere» spiega.
Un'indagine simile era già stata commissionata a marzo dalla stessa Unitas (da cui il Cantone rileverebbe in sostanza il mandato) ma un'interrogazione dei Verdi aveva sollevato un conflitto d'interessi, e chiesto al governo di vincolare i sussidi cantonali all'associazione - circa 2 milioni di franchi - a un audit indipendente. Richiesta esaudita. Il Cantone sarebbe intenzionato ad affidarlo all'avvocato Raffaella Martinelli Peter, la stessa già ingaggiata da Unitas e in passato dalla Rsi, sempre per casi di molestie.