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«Vogliamo vere sanzioni, non inutili teatrini»

MANNO«Vogliamo vere sanzioni, non inutili teatrini»

09.05.22 - 11:26
Davanti alla Severstal di Manno è stato inscenato un sit-in per chiedere più fermezza nell'applicazione delle sanzioni.
Tio/Giordano
«Vogliamo vere sanzioni, non inutili teatrini»
Davanti alla Severstal di Manno è stato inscenato un sit-in per chiedere più fermezza nell'applicazione delle sanzioni.
A capo dell'azienda vi è l'oligarca russo Alexey Mordashov, «le cui fortune vengono occultate grazie alla finanza off-shore ben radicata in Svizzera e in Ticino».

MANNO - Azione di protesta, questa mattina, davanti alla Severstal Export di Manno. A organizzarla è il Comitato contro la guerra in Ucraina, «in solidarietà con la popolazione ucraina», ma anche «con gli oppositori di Putin in Russia».

Occultamento di capitali - L'azienda con sede nel Luganese è stata scelta per il sit-in perché a capo di questo «colosso dell'acciaio» vi è l'oligarca Alexey Mordashov, uno degli uomini più ricchi della Russia, ma i cui capitali sarebbero stati occultati in modo illecito. Parte del suo patrimonio, valutato in oltre 20 miliardi di dollari, sarebbe infatti stato trasferito alle Isole Vergini attraverso azioni intestate alla madre dei suoi figli, che attualmente non è oggetto di alcuna sanzione.

Mordashov insomma è sì finito sulla black list della SECO - non può più mettere piede in Svizzera ed è oggetto di provvedimenti di carattere finanziario -, ma per i manifestanti non è cambiato granché: «Ancora una volta la finanza off-shore ci rivela che il suo scopo unico è permettere a persone molto ricche, oligarchi russi in questo caso, di occultare le proprie fortune».

«Più fermezza e rigidità» - Anche il nostro Cantone, inoltre, sarebbe inerme davanti alla situazione: «A tutt’oggi - spiega il Comitato - non sappiamo ancora quali misure il Ticino abbia preso nei confronti di questo oligarca e dell'azienda. Non sappiamo se gli averi della controllata luganese siano stati congelati e a quanto ammontano. Sappiamo per contro che gli uffici sono aperti, ma che i dipendenti non possono parlare con nessuno delle sanzioni. “No comment” è quello che devono dire a chiunque richieda informazioni». 

Il Consiglio di Stato, rispondendo in questo senso a una interpellanza parlamentare inoltrata negli scorsi giorni, ha confermato che la ditta Severstal Export non fa parte dell’elenco delle aziende sanzionate dalla SECO.

«Sanzioni, non teatrini» - Di conseguenza, secondo gli organizzatori del sit-in, «la Svizzera non è un Paese neutrale in questa guerra». Non lo è non solo per i patrimoni occultati, ma anche perché è ormai diventata «un luogo privilegiato dove vengono effettuate transazioni miliardarie per la compravendita petrolio russo e di materie prime». Come alla Severstal Export di Manno. «Permettere alla Russia di Putin di continuare a fare affari tramite ditte presenti in Svizzera, significa negare al popolo ucraino la solidarietà di cui ha bisogno. A poco servono le dichiarazioni di denuncia dell’aggressione, se poi non seguono efficaci e decise misure per ridurre il più possibile queste transazioni economiche, fonti importanti per finanziare questa guerra».

Le rivendicazioni del Comitato contro la guerra in Ucraina:

    1. Una politica del Cantone Ticino molto più ed energica e trasparente nel pieno rispetto delle sanzioni economiche decise dalla Confederazione contro persone legate al regime di Putin;
    2. Il blocco totale, la confisca dei beni legati a queste persone, l’utilizzazione di questi fondi per i rifugiati;
    3. Il rinvio del meeting previsto a Lugano il prossimo 22 e 23 giugno della LCTA Lugano Commodity Trading Association , associazione ticinese che raggruppa alcuni dei maggiori operatori nel campo del commercio e negoziazione di materie prime. Questa associazione ha come mandato di fare lobbying e collaborare con le autorità per ottimizzare le condizioni quadro a favore delle aziende operanti in questo settore. Questo incontro annuale e internazionale vedrà la presenza dei principali attori, compresi oligarchi o persone vicine al regime di Putin e colpiti dalle sanzioni internazionali. Dobbiamo impedire a questa gente di continuare a fare affari in Ticino e in Svizzera;
    4. Il prossimo 4 e 5 luglio ci sarà sempre a Lugano la Conferenza sulla Riforma Ucraina. Questo evento internazionale vedrà la partecipazione di personalità politiche di primo piano: Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il presidente della Confederazione Cassis, una ventina di ministri e rappresentanti dell’economia privata. Esigiamo che il programma di questo incontro metta al centro dei dibattiti i bisogni dell’Ucraina in guerra, la messa a disposizione a fondo perso dei capitali necessari alla ricostruzione del Paese senza vincoli politici di nessun genere e il coinvolgimento massiccio della società civile ucraina (associazioni, sindacati, strutture di base, gruppi di donne,….) In nessun modo permetteremo che questa conferenza si trasformi nell’ennesima imposizione di riforme di stampo neo liberista ad un Paese che deve ricostruirsi per intero.
    5. Il debito estero internazionale miliardario dell’Ucraina deve essere annullato.

 

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