L'Associazione dei Comuni valmaggesi ha deciso di scrivere una lettera al Consiglio di Stato.
«La situazione è allarmante, diversi contadini stanno valutando di arrendersi e chiudere le loro attività», mette in guardia l'ASCOVAM.
CEVIO - Preso atto della predazione a opera del lupo in Valle Rovana, il Consiglio direttivo dell'Associazione dei Comuni valmaggesi (ASCOVAM), oltre a esprimere preoccupazione per l’accaduto e solidarietà ai contadini che hanno subito le razzie, ha deciso di scrivere al Consiglio di Stato per invitarlo a intraprendere tutte le misure necessarie a risolvere una situazione «che ha ormai raggiunto livelli allarmanti». A causa della presenza del lupo, la popolazione locale vive ormai in un clima di costante paura e insicurezza, scrive l'ASCOVAM, tanto che diversi contadini starebbero valutando la possibilità di chiudere definitivamente le loro attività. Un'eventualità che avrebbe conseguenze nefaste sulla cura di un territorio, già situato in zone discoste e difficilmente raggiungibili.
L'abbandono dall’attività ovicaprina - sottolineano ancora i Comuni valmaggesi - porterebbe alla sparizione di alcuni eccellenti prodotti agricoli quale il formaggio Vallemaggia e alla scomparsa di storici alpeggi. Ma anche i villaggi che punteggiano le valli superiori verrebbero inevitabilmente inghiottiti dall’inesorabile avanzata del bosco. Inoltre, gli escursionisti e i turisti sceglierebbero altre destinazioni. Insomma, la popolazione locale che già ora vive la presenza del lupo come una minaccia costante, sarebbe portata ad abbandonare la propria terra.
Per questo l'Associazione auspica che il Governo cantonale ascolti le persone che subiscono direttamente gli attacchi del lupo, autorizzi l’abbattimento di questi esemplari «divenuti oramai ingestibili», attivi dei canali di comunicazione efficaci in modo da facilitare l’implementazione di rapide soluzioni e contribuisca a sensibilizzare la popolazione sui reali problemi di convivenza con il lupo.